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  • Edoardo Iacolucci

Martin Parr a Fontana di Trevi: "Cerco lo scatto che qui mi è sempre sfuggito"

Il celebre fotografo londinese è nella Capitale per cercare un altro dei suoi favolosi scatti

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Martin Parr alla fontana di Trevi (Ig Martin Parr)

«Sono venuto alla Fontana di Trevi per cercare di ottenere uno scatto "decente", che qui mi è sempre sfuggito. Ma ci sono meno persone dell'ultima volta che sono venuto. Quindi... dita incrociate». Così Martin Parr, fotografo britannico 72enne, tra i più iconici del mondo, presenta la sua nuova tappa sui propri social, tornando nella settimana di Ferragosto nella Capitale.


Già in mostra a Roma dal 2 luglio 2021 fino ad aprile dell'anno successivo, insieme alle opere di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari (del magazine «Toiletpaper») nei giardini rinascimentali di Villa Medici, adesso Martin Parr è fisicamente nella città eterna, cercando di immortalare romani, ma sopratutto turisti, che tra il loro colori sgargianti, pose distorte e squagliate dal caldo e dal sole, dalle camminate, dalla fatica, dai cibi spazzatura e dal narcisismo, sono i protagonisti essenziali della sua cifra stilistica.


Dalle sue fotografie, fluorescenti e allegre, manifesto dell'attualità c'è sempre un'ambivalente ironia, che tocca gli antipodi del cinismo e della grande umanità. Il principale obiettivo: rendere la sua arte accessibile, far partecipare lo spettatore, indorare la pillola per farlo entrare nel suo mondo e non annoiarlo. Le sue fotografie sono uno specchio della parte più kitsch della società attuale. Della filosofia del «fast», che sia riferito al cibo, ai vestiti, al turismo, al consumismo. E oggi anche dall'immagine di sé.


È seduto qui, davanti la fontana progettata da Nicola Salvi e terminata da Panini, all'antitesi del sogno felliniano del «Marcello, come here!», Martin Parr con la sua fotocamera, tra monete lanciate e gelati sciolti dall'afa e selfie terrificanti, intorno alla Fontana di Trevi in cerca di un altro dei suoi fantastici scatti, uno scatto "martinparriano".




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