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Malagrotta, «operai mandati in ferie», preoccupazione per i danni ambientali

Titty Santoriello Indiano

Il presidente della commissione Ambiente dell'XI municipio: «Intervengano urgentemente le istituzioni»

Malagrotta, «operai mandati in ferie», preoccupazione per i danni ambientali
Incontro pubblico sulla discarica di Malagrotta di novembre 2024 (La Capitale)

«La discarica di Malagrotta è al collasso: 29 operai essenziali per la gestione del percolato e del biogas, figure chiave per la sicurezza ambientale, sono stati mandati in ferie forzate perché i fondi sono finiti». La denuncia è di Angelo Vastola (Pd), presidente della commissione Ambiente dell'XI municipio preoccupato per la prosecuzione dei lavori di messa in sicurezza del sito chiuso nel lontano 2023. Da oggi, 5 marzo, infatti, i dipendenti sarebbero stati collocati in ferie dalla società incaricata alla manutenzione e al controllo di quella che è stata la discarica più grande d'Europa. La notizia ha allarmato la cittadinanza che da anni attende la bonifica dell'area.


Adeguamento e chiusura della discarica: inizio lavori previsto a marzo

«Senza questi lavoratori esperti il rischio di sversamenti tossici e dispersioni incontrollate aumenta ogni ora», ha continuato Vastola che ha chiesto l'intervento urgente delle istituzioni: «Entro la fine della settimana la situazione sarà fuori controllo, con ripercussioni gravissime per l’ambiente e la salute pubblica». Oltre al destino dei lavoratori, la cittadinanza, dunque, teme una battuta d’arresto delle operazioni di bonifica. Dopo la predisposizione di due gare d’appalto, sono, infatti, iniziate le procedure per la chiusura e l’adeguamento della discarica. L’inizio lavori era previsto proprio per il mese di marzo di quest’anno come aveva confermato a novembre scorso il Generale Giuseppe Vadalà,  commissario straordinario per la Bonifica delle discariche, che oggi preferisce non commentare.


Cosa prevedono i lavori

In quella circostanza, nel corso di un incontro pubblico con la cittadinanza, il  commissario aveva spiegato in cosa consistono queste operazioni: «Con il primo progetto daremo una sicurezza totale alla popolazione della Valle Galeria: oltre a quella esistente, che ha 40 anni, realizzeremo, per il principio di precauzione, una seconda cinturazione per fare in modo che tutto quello che c’è rimanga all’interno del sito di Malagrotta». L’altro progetto riguarda «la chiusura del rubinetto»: sarà installato il pacchetto isolante (capping provvisorio) con la relativa estrazione dell'attuale percolato (il liquido inquinante che si forma dal processo di infiltrazione delle acque piovane all'interno dei rifiuti, ndr) e poi sarà creato il pacchetto di copertura del corpo rifiuti (capping definitivo) e infine sarà effettuato il trattamento dei liquidi di percolazione. 


Il sogno è il parco

Al Commissario avevamo chiesto in cosa consiste nello specifico l'adeguamento. «Poiché a Malagrotta c’è una quantità enorme di rifiuti, questi dovranno essere resi innocui e bisognerà fare in modo che non ci sia il rischio di inquinamento nelle zone circostanti», aveva risposto Vadalà. Ecco perché si parla di messa in sicurezza e non ancora di bonifica. Quest'ultima sarà dunque effettuata alla fine delle operazioni di adeguamento che dovrebbero terminare entro il 2026 con le verifiche che riguarderanno anche le zone intorno al sito della discarica. Solo allora si potrà procedere con la bonifica vera e proprio e con la realizzazione di un grande parco come ha ipotizzato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Un'idea che trova d'accordo anche i presidenti dei municipi XI e XII che ospitano la ex discarica, Gianluca Lanzi e Elio Tomassetti.





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