Alla Sapienza in centinaia per Ilaria Sula. La coinquilina e l'amica: «Appena l'ho saputo sono scoppiata a piangere»
- Edoardo Iacolucci e Anita Armenise
- 2 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Centinaia di universitari alla città universitaria per ricordare Ilaria Sula. Presente alla commemorazione anche la rettrice de La Sapienza Antonella Polimeni

Alle compagne di corso, Ilaria Sula, la 23enne uccisa e trovata morta a Poli in un dirupo, non ha mai dato avvisaglie. Mentre il ragazzo, Mark Samson, accusato di omicidio ed ora reo confesso, dicono di non averlo mai visto:
«Proprio qualche giorno fa quando ho visto l'annuncio di scomparsa sulla pagina Instagram della Sapienza - ricorda Lucia, una compagna di corso di Statistica di Ilaria Sula - la prima cosa che ho pensato è "di nuovo"... Non è normale - aggiunge sconsolata e piena di dolore - Lo sapevo che andava a finire così. Era lei ad essersi allontanata, ma più di questo cosa si deve fare?».
Intanto sono centinaia i fiori lasciati sulle scalinate dell'ingresso della facoltà e le foto di Ilaria con la scritta «La Sapienza ricorda Ilaria Sula». E adesso alcuni studenti tengono in altro gli striscioni: '«Ci vogliamo Viv3» e «Verità e giustizia per Ilaria, un altro mondo è possibile, organizziamoci».

Era un compagna di classe della mia coinquilina, e sono qui - continua Lucia - Aveva la mia età, studiavamo entrambe alla Sapienza. Stamattina quando l'ho saputo sono scoppiata a piangere: è l'ennesimo caso di femminicidio, il secondo in 24 ore».
Oltre alla mancanza di leggi ulteriori, secondo l'universitaria manca «proprio l'educazione a livello psicologico, una rieducazione partire dalle famiglie, dalle scuole e per esempio dall'educazione sessuale».
Alla città universitaria della Sapienza, di fronte all'ingresso della facoltà di Statistica, che Ilaria Sula frequentava, si sono raccolti nel pomeriggio, amici e familiari della ragazza.
La studentessa era originaria di Terni, iscritta al corso di laurea triennale dell'ateneo romano.
Insieme a Lucia, lì davanti tra il marmo bianco della Sapienza, c'è la sua amica e collega universitaria Angelica, coinquilina di Ilaria. I loro pensieri ora si spostano su ciò che dovrebbe servire a prevenire simili orrori:
«Se la denuncia avesse effetto immediato - interviene la coinquilina Angelica - avrebbe senso denunciare e come funziona adesso è una cosa vana».
«Ma denunciare - aggiungono - rimane comunque la prima cosa da fare, farsi aiutare e non vergognarsi. Non è semplice - concludono - ma deve funzionare in qualche modo...»
La commemorazione alla Sapienza
Alle 18.30 inizia la commemorazione, adesso le persone sono circa mille. Fiori, lacrime e un silenzio profondo, accompagnano i ricordi dolorosi di chi ha conosciuto Ilaria, di chi insieme a lei ha studiato e affrontato gli esami. E anche di chi personalmente non l'ha conosciuta, ma solo per il fatto di frequentare gli stessi luoghi e le stesse aule, adesso è qui per portare con la sua presenza un segnale:
«Io Ilaria la conoscevo solo di vista - ricorda uno studente di Scienze Statistiche -. E vedevo che era una ragazza molto solitaria, però sembrava molto diligente. Pensare che una persona che vedevo tutti i giorni, se ne è andata per colpa di un altro coetaneo... E soprattutto il fatto che fosse un ex compagno e che quindi avesse proprio una relazione con lei e sia riuscito in maniera brutale a levarle la vita. E poi successivamente addirittura occultare il corpo e nasconderlo come se non fosse successo nulla, per me è ancora più pesante e difficile da concepire: sono senza parole».
Il silenzio è di nuovo rotto dal tintinnio metallico delle chiavi. Un primo mazzo, poi un secondo, e infine tutti insieme, a riprendere metaforicamente le parole della celebre poesia di Cristina Torre Cáceres: «Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma...». Qui il silenzio si fa realmente assordante.
La rettrice Antonella Polimeni: «Servono leggi, ma anche educazione»
Presente alla commemorazione anche la rettrice Antonella Polimeni. Sulle scale davanti alla facoltà prende parola al microfono.: «Non dobbiamo mai dimenticare quanto sia fondamentale che tutte le istituzioni lavorino insieme. Servono le leggi ma è necessaria anche un’azione profonda sulla formazione. L’educazione sentimentale deve iniziare il prima possibile. L’università è un terreno importante su cui investire».
«Oggi - continua la rettrice - abbracciamo Ilaria e tutte le donne uccise dalla furia omicida di un uomo, quasi sempre un marito, compagno o ex, che non ha ricevuto un’educazione sentimentale, tale da riconoscere nella propria compagna una donna libera di scegliere».