«Ma quale casa?»: a Roma flash mob e presentazione del Comitato per costituzionalizzare il diritto all’abitare
- Edoardo Iacolucci
- 3 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Un’iniziativa apartitica ma profondamente politica, che nasce dalla convergenza di attivisti, giuristi, associazioni, sindacati, partiti e cittadini da tutta Italia

Una piazza, una conferenza stampa, un nome pop preso in prestito dal ritornello di una canzone di Ghali, una proposta ambiziosa: portare il diritto alla casa dentro la Costituzione. È stato presentato ufficialmente il Comitato «Ma Quale Casa?», un’iniziativa apartitica ma profondamente politica, che nasce dalla convergenza di attivisti, giuristi, associazioni, sindacati, partiti e cittadini da tutta Italia.
Una campagna popolare e trasversale
«Una campagna tra la gente, dal basso, in ogni città», ha spiegato Mattia Santarelli, uno dei promotori. «Con il coinvolgimento di professori universitari di diritto, associazioni e partiti politici. Un progetto trasversale per il diritto all’abitare».
Nel suo intervento, Santarelli ha sottolineato come oggi la casa venga vista principalmente come un bene di mercato.«Quando si pensa alla casa, la prima lente con cui si guarda è quella economica», ha detto. «Ma noi vogliamo ribadire che la casa è un bene della persona, essenziale per una vita degna».
«Se una persona affitta un appartamento a 1600 euro per tirar su qualche spicciolo, è accettato. Ma quando una persona muore di freddo per strada, giriamo lo sguardo dall’altra parte. È evidente che c’è un problema di sistema», ha denunciato. «Per questo serve una campagna culturale prima ancora che politica».
La proposta: cambiare la Costituzione
Il Comitato punta a raccogliere le firme per una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare.«La casa è un tema popolare per eccellenza: riguarda tutti, dal giovane precario all’anziano solo», ha aggiunto Santarelli. «Vogliamo trasformare la fiducia delle persone in speranza, e poi in atto politico».
Tra i promotori c’è anche il professor Angelo Schillaci, docente di Diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma: «Ci siamo ispirati alle costituzioni del mondo che già riconoscono il diritto all’abitare», ha spiegato.«Abbiamo scelto una formula esigente, che collega il diritto alla casa ai principi fondamentali degli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione: dignità, uguaglianza, diritti fondamentali».
Il testo propone di inserire il diritto all’abitare all’articolo 44, ampliandone le finalità: «La Repubblica deve garantire l’accesso all’abitazione come bene primario e mezzo necessario per una vita libera e dignitosa», ha spiegato.Sono previsti anche interventi sull’articolo 47 (aggiunta del “godimento” dell’abitazione) e sull’articolo 117, per attribuire competenze generali allo Stato.
«Dietro ogni parola del testo c’è studio, giurisprudenza, coerenza costituzionale», ha concluso Schillaci.
Cinquanta piazze in tutta Italia
Federica Oneda, dei Radicali, ha annunciato una mobilitazione ampia: «Da questo weekend, in oltre 50 piazze italiane, raccoglieremo firme. Da Trento a Bologna, da Verona a Roma, passando per città grandi e piccole».
«Ringrazio tutte le attiviste e gli attivisti che si stanno mobilitando. Ogni firma è essenziale», ha aggiunto.
Anche Thomas Osborn ha ribadito l’importanza di coinvolgere enti locali.«Comuni, municipi, regioni devono far sentire la loro voce», ha detto. «La proposta è già stata depositata al Comune di Roma e si sta votando in vari municipi».
Il diritto all'abitare e lo studio
Diverse associazioni studentesche, tra cui l’Udu, hanno sottolineato il legame tra casa e diritto allo studio.«Il Pnrr ha fallito nel rendere l’housing realmente pubblico. Il diritto alla casa è intrinsecamente legato allo studio».
Una battaglia che unisce generazioni e territori
Sabina De Luca, del Forum Diseguaglianze e Diversità, ha dichiarato: «Il diritto all’abitare deve camminare insieme agli altri diritti fondamentali: lavoro, salute, vivibilità dei quartieri».
La testimonianza di Spin Time Labs è emblematica:«Siamo un’isola di solidarietà. Ma serve una politica che vada oltre le eccezioni e diventi norma. È tempo che lo Stato faccia la sua parte».
Anche le esperienze dal basso come quella di Spin Time Labs hanno portato la loro voce. «Siamo un’isola in mezzo alla città», hanno raccontato. «Grazie al doposcuola e ai volontari, i cento minori che vivono con noi hanno il 100% di frequenza scolastica. Ma siamo consapevoli che servono politiche strutturali, non esperimenti isolati».
Il sostegno arriva anche dal mondo politico. Per Europa Verde, Zavatti ha dichiarato che il problema della casa «riguarda il 100 per cento della popolazione». Riccardo Magi (Più Europa) ha invocato «maggiore responsabilità sul metodo: costringere il legislatore a discutere e votare».
Francesco Silvestri (M5S) ha chiesto che «il Ddl sia portato in aula». Italia Viva, con Marietta Tidei, ha parlato di «battaglia collettiva». L’ex assessore regionale alla Casa Valeriani ha poi ribadito la necessità di «tornare a investire sulla casa». Anche Pierfrancesco Majorino (Pd) ha lodato la «nascita di un movimento popolare sul diritto all’abitare».
I sindacati non sono da meno. Lara Mariani (Cgil) ha denunciato che «lo Stato si è sottratto al tema abitativo», mentre Paolo Rigucci (Sicet) ha definito la casa «il primo anello del welfare». «Roma deve dimostrare che non è tutto oro quello che luccica», ha detto.
«I padri costituenti oggi sarebbero con noi nelle piazze - ha affermato Silvia Paoluzzi di Unione Inquilini -. È tempo di portare questo tema nei palazzi, nelle case, nei luoghi di lavoro. È tempo di ribaltare la narrazione culturale sulla casa».
Nel pomeriggio, dopo la conferenza, un piccolo flash mob ha animato piazza Capranica. Un gesto simbolico per ricordare che, senza il riconoscimento costituzionale, la casa rischia di rimanere un privilegio, e non un diritto.

Le realtà che hanno aderito sono Adi, Link, Pds, Udu, Baobab, Forum Disuguaglianze e Diversità, Spin Time, Vuoti a Rendere, CGIL, Sicet, Sunia, Unione Inquilini e Rete Numeri Pari, Europa Verde, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, + Europa, Possibile, Radicali, Sinistra Italiana, VOLT, ACLI, Associata, Tocca a Noi, Koinè, UGS e GEV