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  • Redazione La Capitale

La pista ciclabile a Testaccio, svelati i dettagli

Un tratto di 800 metri collegherà Lungotevere degli Artigiani con il Macro Testaccio. Il progetto nasce dall'intesa fra la Fondazione Roma e la giunta di Roma Capitale

La pista ciclabile a Testaccio
La pista ciclabile a Testaccio. Credit: Roma Capitale

Il partenariato è uno strumento privato sempre più utilizzato nella capitale. Per quanto riguarda i trasporti, il parking Cornelia è stato ristrutturato ed è ora gestito da privati.

Questo strumento si vorrebbe utilizzare anche per elettrificare il deposito degli autobus di Tuscolana, con lo scopo di accogliere i nuovi bus elettrici in arrivo a Roma.


Fondazione Roma ha presentato, durante il terzo simposio FondAzioneRoma, alcuni dettagli del progetto riguardo la pista ciclabile a Testaccio. Il progetto, nato dall’intesa fra la Fondazione Roma e la giunta di Roma Capitale, prevede la realizzazione di un tratto di 800 metri che collegherà il tracciato già esistente sul Lungotevere degli Artigiani con il MACRO Testaccio attraverso un’operazione di recupero e risistemazione di un’intera area urbana.

Alla presentazione del progetto hanno partecipato l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè e il sottosegretario all’Economia, Federico Freni.


La Fondazione Roma si è offerta di realizzare la nuova pista ciclabile a sua cura e interamente a sue spese, grazie alle norme sul partenariato pubblico/privato previste dal nuovo codice degli appalti. Sarebbe la prima applicazione concreta delle nuove norme. Un impegno di 1,3 mln di euro che prevede l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili, dai led per la circolazione notturna alle pavimentazioni ecologiche.


Le dichiarazioni del presidente di Fondazione Roma

«Questo è solo un primo passo, benché importantissimo – ha spiegato il presidente di Fondazione Roma, Franco Parasassi - il modello di partenariato pubblico/privato è uno degli strumenti più rapidi ed efficaci per migliorare i servizi a favore delle comunità e per una mobilità sostenibile, soprattutto a pochi mesi Giubileo. Perché detto modello funzioni, occorre, però, che le iniziative siano condivise in ogni fase, per evitare che il soggetto privato sia percepito solo come quello che mette le risorse ed il soggetto pubblico come quello che si limita a rilasciare eventuali autorizzazioni. Fondazione Roma vuole essere un modello per l’intero sistema e per altre operazioni che possono nascere. C’è, tuttavia, un punto per noi imprescindibile – ha proseguito Parasassi – perché siamo convinti che infrastrutture come queste siano percepite come un bene comune, di cui dovranno prendersi cura in tanti: abitanti, sportivi, aziende, famiglie, istituzioni, cittadini. Il mio è un appello alla tutela di un bene che verrà utilizzato da tutti e che da tutti dovrà essere curato e manutenuto - conclude».



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