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  • Francesca Moriero

La nuova street art provocatoria di Sirante

Intorno a mezzanotte sono comparsi, sui muri della Capitale, annunci di un’ipotetica agenzia immobiliare che, invece di proporre case vista mare o ville di lusso mostrano i cartelli: «Vendesi, bellissima villetta a schiera edificata su territori occupati. Si erge su precedente casa demolita di famiglia sterminata»

sirante

Potrebbe essere un uomo o una donna, un gruppo di amici, un collettivo. Poco importa chi si nasconde dietro a Sirante, il writer che questa notte è tornato tra le strade di Roma con una nuova performance provocatoria.


Intorno a mezzanotte sono comparsi, sui muri della Capitale, annunci di un’ipotetica agenzia immobiliare con il titolo “Genocidio” che, invece di proporre case vista mare o ville di lusso mostrano i cartelli: «Vendesi, bellissima villetta a schiera edificata su territori occupati. Si erge su precedente casa demolita di famiglia sterminata».


sirante

Il rimando è evidente. Sirante torna e lo fa denunciando l’annuncio di un’azienda israeliana che invita sui social a comprare casa. Non appartamenti qualsiasi, ma da costruire al posto di quelli del popolo palestinese, che oggi non esistono più, perché rasi al suolo dall’esercito israeliano. «Sono stato in silenzio fino a oggi, corroso dalla rabbia e dall'impotenza di non poter fare molto. Non posso negare che scrivere la parola genocidio vicino alla stella di David mi fa paura, ma ciò che oggi il governo Israeliano sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese non può, non deve più essere chiamato in modo diverso» ha affermato lo street artist.


«Non è antisemitismo, non è un discorso estremo ma è ciò che da subito il governo Israeliano ha direttamente o indirettamente dichiarato, eliminare completamente il popolo palestinese, e lo stanno facendo, senza che nessun governo faccia realmente qualcosa - aggiunge - dopo anni di soprusi e violenze, occupazioni, 36mila morti, arriva anche la beffa; annunci reali di agenzie immobiliari israeliane, con slogan agghiaccianti che promettono futuri villette vista mare».


«Per rimuovere le macerie causate dai bombardamenti ci vorranno 14 anni, le loro villette avranno fondamenta sporche di sangue, crepate dalle urla di donne e bambini barbaramente uccisi. Chi rimane in silenzio è complice. Chi è neutrale è complice. I governi sono complici. Ma noi, no!», ha concluso Sirante.


Intanto la guerra procede implacabile. È notizia di ieri che un attacco aereo israeliano ha bombardato una scuola dell’UNRWA a Gaza. L’edificio si trovava nel campo profughi di Nuseirat, parte centrale della Striscia. Sarebbero morte 40 persone tra donne e bambini.

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