- Redazione La Capitale
La mostra di Botero è arrivata nella Capitale
A Palazzo Bonaparte, dal 17 settembre al 19 gennaio 2025, l'arte di Botero apre una nuova stagione culturale
Fernando Botero e la sua arte sono arrivati nella Capitale. A lui il privilegio di aprire una nuova stagione culturale a Palazzo Bonaparte, dal 17 settembre al 19 gennaio 2025. Un omaggio ad uno degli artisti più amati dal grande pubblico internazionale, esattamente un anno dopo la sua scomparsa.
Già nel mese di luglio l'arte di Botero aveva invaso Roma con le sue sculture in alcune delle piazze più belle della città. Le opere dell'artista colombiano hanno disegnato una vera e propria mappa che ha coinvolto in questi mesi numerosi romani e turisti.
Ora sono oltre 120 le opere che raccontano Fernando Botero a Palazzo Bonaparte. Sessant'anni di carriera artistica, in una mostra curata dalla figlia, Lina Botero, e da Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera.
«Questa è una mostra eccezionale - ha dichiarato Lina Botero - perché è la prima grande esposizione di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte. È anche una visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la maestria con cui Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica. È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, in un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro», ha concluso la figlia dell'artista.
«In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua “metamorfosi”. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano», ha spiegato Cristina Carrillo de Albornoz che, con Lina Botero, ha curato l'esposizione a Palazzo Bonaparte.
Le opere esposte
Le opere esposte sono di grandi dimensioni e rappresentano l'inconfondibile rotondità dello stile di Botero, restituito con effetti tridimensionali e colori accesi. Un universo inventato e poetico completamente nuovo, che affonda le radici nella sua Colombia.
La mostra, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia, si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s.
Affascinato da uno dei capolavori del Rinascimento, la “Camera degli sposi” di Mantegna nel Palazzo di Mantova, Botero decise di rendere omaggio al maestro italiano dopo il suo viaggio in Italia e scelse l'affresco che rappresentava la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo segretario, Marsilio Andreasi. Intorno a lui ci sono i suoi parenti: una scena che Botero trasformò in un'opera tutta sua, in cui esaltò la monumentalità e il colore eccezionale, vincendo con questo quadro il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.
Un'altra opera fondamentale ed inedita e mai esposta al pubblico - perché da sempre appesa nello studio parigino di Botero - è una versione de “Las Meninas” di Velázquez , pittore che Botero copiò durante il suo apprendistato al Prado da giovane studente
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