La manifestazione degli studenti contro il «taglio» di 23 scuole voluto dalla regione, preoccupazione per le periferie
- Titty Santoriello Indiano
- 21 feb
- Tempo di lettura: 3 min
La mobilitazione è stata organizzata dalla Rete degli studenti medi per chiedere il ritiro della delibera sul dimensionamento scolastico che accorpa alcuni istituti nel Lazio e a Roma. In piazza il Pd, Sce, rappresentanti dei municipi e la Cgil.
Alla fine della protesta i manifestanti hanno ottenuto un incontro con l'assessore regionale alla Scuola

«La scuola non si taglia», è la scritta sullo striscione giallo esposto da alcune centinaia di studenti e studentesse che hanno protestato venerdì 21 febbraio in piazza Oderico da Pordenone proprio davanti al palazzo della regione. Ottenere il ritiro della delibera sul dimensionamento scolastico, varata dalla giunta Rocca a ridosso dello scorso Natale, è l'obiettivo della mobilitazione organizzata dalla Rete degli studenti medi e accolta dalle forze politiche di opposizione, dai sindacati e da alcune associazioni. Alla fine della protesta, dopo aver occupato pacificamente per qualche minuto la strada, gli studenti hanno ottenuto un incontro con l'assessore alla Scuola della regione Lazio Giuseppe Schiboni. L'appuntamento è previsto per mercoledì 26 febbraio.
«Accorpate scuole molte lontane tra loro»
Il dimensionamento - che riorganizza la rete delle scuole nel Lazio - prevede l'accorpamento di alcuni istituti nella regione e nella Capitale. «Le principali ripercussioni - spiega Bianca Piergentili, coordinatrice della rete degli studenti medi - è la chiusura di 23 autonomie scolastiche e questo vuol dire meno servizi e meno rappresentanza studentesca e collegiale all’interno delle scuole». Inoltre, aggiunge l'attivista, «vengono dimensionate e accorpate delle scuole geograficamente anche molto lontane l’una dall’altra e questo creerà una serie di problemi molto gravi», soprattutto nelle aree più periferiche.
«Scomparirà l'unica scuola di Roma con indirizzo nautico»
A Roma ci sono alcune situazioni critiche: l'Istituto Colonna verrà accorpato al De Pinedo: «L'unica scuola di Roma con indirizzo nautico che forma gli allievi della marina mercantile italiana finirà per scomparire», denunciano i rappresentanti. L'artistico Caravillani verrà, invece, unificato al Dante Alighieri dove gli studenti lamentano anche «una consistente riduzione della rappresentanza studentesca».
Pd: «Le abbiamo provate tutte»
All'appello degli studenti hanno aderito i partiti di opposizione in regione, molti rappresentanti dei municipi di Roma e i sindacati. Tra gli altri in piazza erano presenti il segretario del Pd cittadino Enzo Foschi, la consigliera comunale Erica Battaglia e quella regionale Eleonora Mattia sempre del Partito democratico oltre al segretario della Cgil Natale Di Cola.
«In commissione le abbiamo provate tutte», ha dichiarato a La Capitale Marta Bonafoni, consigliera del Pd e coordinatrice della segreteria nazionale del partito. «Abbiamo chiesto l'audizione dei ragazzi, dei territori e dei i comuni coinvolti dai 23 tagli ma non c’è stato verso». La delibera, ha raccontato Bonafoni, «per un momento sembrava essere bloccata ma poi è stata riproposta tale e quale a fine anno. Non è possibile - ha aggiunto la consigliera - che la regione non alzi un dito contro il governo che di fatto sta privando il territorio del Lazio del proprio futuro attraverso questi tagli».
La scuola «tagliata» a Quarticciolo lo scorso anno
Le preoccupazioni riguardano in primis i territori periferici dove le scuole, oltre ad essere luoghi di formazione, sono anche punti di riferimento dei quartieri. Con la precedente delibera, ad esempio, Quarticciolo ha perso l’istituto Pirotta. «Abbiamo tanto sentito parlare dei problemi di ordine pubblico in questo quartiere che sicuramente vanno contrastati anche con un maggior controllo del territorio ma, a fianco a questo, bisogna pensare ai servizi sociali, culturali e, appunto, educativi», ha dichiarato Claudio Marotta, consigliere regionale di Sinistra civica ecologista. Invece «il dimensionamento - ha sottolineato - va in totale controtendenza con le politiche che servirebbero perché spesso la scuola è l'ultima frontiera dello Stato in alcuni luoghi». Sul tema è intervenuta con una nota l'assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli. «Abbiamo spiegato in ogni modo che in quel territorio la scuola va protetta e non indebolita, perché presidio di legalità, cultura e prevenzione», ha dichiarato.
Cosa accade nei municipi
Alla manifestazione hanno partecipato anche il presidente del IV municipio Massimiliano Umberti e l'assessora alla Scuola Annarita Leobruni preoccupati per una delle situazioni più discusse a Roma in merito al dimensionamento. Per il prossimo anno scolastico saranno accorpati, infatti, l'istituto comprensivo Alberto Sordi e il Giovanni Falcone da una parte; e l'istituto Giorgio Perlasca con il Giovanni Palombini dall'altra. Proprio come è accaduto nel IX municipio dove la precedente delibera di dimensionamento ha accorpato due istituti distanti tra loro 12 km: «Sappiamo cosa comporta privare una scuola di una dirigente, della segreteria didattica, vessare il personale e le famiglie con spostamenti continui, destabilizzando i giovani utenti», hanno commentato la presidente Titti di Salvo e l'Assessora alla scuola Paola Angelucci.