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L’acqua di Roma è veramente pulita? La risposta nel report di Greenpeace Italia

  • Immagine del redattore: Giulio Calenne
    Giulio Calenne
  • 24 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

I campioni provengono da fontane pubbliche e sono analizzati da un laboratorio indipendente


acqua roma

Bere dai nasoni è un’esperienza tutta romana. Ci si allontana con le gambe, si blocca l’acqua con le dita, si beve l’acqua sospesa in aria e subito dopo si esclama “Ma quanto è buona l’acqua di Roma?”. L’ultimo report di Greenpeace Italia nell’ambito dell’indagine indipendente “Acque Senza Veleni” dà una risposta a questa domanda con le analisi condotte da un laboratorio indipendente che ha quantificato la presenza delle molecole Pfas. 


Cosa sono i Pfas


I Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) sono un vasto gruppo di molecole sintetiche utilizzate dall'inizio del secolo scorso in molteplici processi industriali e nella produzione di beni di consumo grazie alle loro proprietà uniche, come idro- e oleo-repellenza, resistenza termica e chimica, e basso attrito. Tuttavia, una volta rilasciati nell’ambiente, si degradano molto lentamente, guadagnandosi il nome di "inquinanti eterni". Nonostante il loro impatto ambientale e sanitario, la regolamentazione di queste sostanze è ancora limitata a poche molecole, e nuove varianti continuano a essere diffuse, contribuendo all’inquinamento globale.


Sì, l’acqua di Roma è buona


I risultati sui campioni di acqua di Roma hanno rilevato 2 nanogrammi per litro di Pfas, un risultato non preoccupante. In particolare, sono stati trovati 2 nanogrammi di Pfos (acido perfluoroottanoico). Si tratta di una sostanza chimica appartenente alla famiglia dei Pfas ampiamente utilizzato in passato  per la produzione di materiali resistenti al calore.


Quindi sì, l’acqua di Roma è buona. 


L’acqua nel Lazio


Nel contesto regionale, i livelli di contaminazione più elevati sono stati registrati a Ceccano (29,8 ng/L), Cerveteri (18,3 ng/L) e Frosinone (12,3 ng/L). A Tarquinia (5 ng/L) e Rieti (2,1 ng/L) le concentrazioni risultano più contenute. Tuttavia, la presenza di PFAS anche a basse concentrazioni è motivo di preoccupazione per la salute pubblica e per l'ambiente​.


Sebbene i valori siano al di sotto dei limiti normativi attuali dell'UE, i dati mostrano che Ceccano, Cerveteri e Frosinone hanno concentrazioni rilevanti che richiedono monitoraggio costante e, possibilmente, interventi di riduzione. La revisione di questi limiti è in corso, anche grazie a nuove valutazioni affidate all’OMS, per migliorare la tutela della salute e ridurre l’impatto di queste sostanze.


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