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Influenza, il Lazio tra le regioni più colpite: nella prima settimana di gennaio quasi 4mila casi

Anita Armenise

Ma è l’aumento nei giovani adulti e anziani a rappresentare un campanello d’allarme per il sistema sanitario regionale, già sotto pressione per la gestione delle sindromi respiratorie multiple

influenza

C'è il Lazio tra le regioni maggiormente colpite dalla sindrome simil-influenzale, in linea con un trend nazionale di crescita. Nella settimana che va dal 30 dicembre al 5 gennaio, il totale dei casi è stato di 3.760 con un’incidenza complessiva salita a 11,3 casi ogni 1.000 assistiti, rispetto ai 9,9 della settimana precedente. Questo incremento segue una temporanea flessione dovuta alla chiusura delle scuole durante le festività, evidenziando come la riapertura delle attività possa aver contribuito alla diffusione dei virus.


Influenza, la fascia pediatrica quella con la maggiore incidenza

I dati sono riportati nel rapporto epidemiologico RespiVirNet che presenta i risultati nazionali e regionali relativi alla sorveglianza epidemiologica elaborati dal dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.


«Nella prima settimana del 2025, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in aumento e si attesta ad un livello decisamente inferiore a quello registrato nella scorsa stagione in cui la curva dell’incidenza cominciava la sua discesa», si legge nel rapporto. Il Lazio si colloca tra le regioni maggiormente colpite, insieme a Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e la Provincia Autonoma di Bolzano.


La fascia pediatrica, in particolare i bambini sotto i cinque anni, continua a registrare il livello più alto di incidenza (21,4 casi per 1.000 assistiti), anche se in leggera stabilizzazione rispetto alla settimana precedente.


Ma è l’aumento nei giovani adulti e anziani a rappresentare un campanello d’allarme per il sistema sanitario regionale, già sotto pressione per la gestione delle sindromi respiratorie multiple. In numeri assoluti infatti le cifre più alte sono state registrate nella fascia dai 15 ai 64 anni per un totale di 2,2mila casi.






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