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Incidenti stradali, il Lazio è la regione con il più alto numero di morti

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 14 ott 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Il dato emerge  dall’ultimo rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali in Italia nel 2023

Incidenti stradali (vigili del fuoco)
Incidenti stradali (vigili del fuoco)

Più di 450 incidenti, 8 morti e 615 feriti ogni giorno. Non si ferma la scia di sangue sulle strade italiane. Nel 2023 è il Lazio la regione con il più alto aumento di morti rispetto al 2019 (+51). È questo il dato che emerge dall’ultimo rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali in Italia nel 2023.


Se in alcuni territori si è dimezzato il numero di vittime rispetto al 2019, «la nostra regione è ben lontana dall’obiettivo fissato dalla Commissione Europea e cioè la riduzione del 50 per cento del numero di vittime e feriti gravi sulle strade» lo ha dichiarato il Consigliere regionale e responsabile nazionale Welfare di Azione, Alessio D’Amato, promotore della proposta di legge “Lazio Strade Sicure”.


Nel corso del 2023, in Italia, sono deceduti 485 pedoni, ed è ancora una volta il Lazio, con la provincia di Roma, dove si è rilevato il più alto numero di pedoni morti (71). Allo stesso tempo, aumentano le vittime tra conducenti di monopattini e biciclette.


In totale, le vittime sulla strada sono state 3.039, una media di 8 morti al giorno, un piccolo paese che scompare ogni anno. Con danni sociali e costi enormi, pari a 18 miliardi di euro, l’1 per cento del Pil.


«E mentre il Ministro Salvini con il nuovo Codice della strada - spiega D'Amato -, va esattamente nella direzione opposta a quella indicata dalla Commissione Europea, la Regione Lazio, guidata dal centrodestra, continua a sottovalutare le dimensioni del fenomeno voltandosi dall’altra parte, interessata più alle poltrone che alla sicurezza dei cittadini. Il fatto che la proposta di legge “Lazio Strade Sicure”, ferma ormai da oltre 15 mesi, non sia mai stata discussa in Aula, è la dimostrazione plastica dell’inerzia del Governo Rocca - conclude».

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