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Redazione La Capitale

Incendio al Pratone di Torrespaccata. I residenti: "Abbiamo avuto paura"

Francesco, residente di via Pelizzi: «Ci siamo spaventati con le fiamme quasi al ridosso del palazzo»

la capitale
Playgorund del Comune dietro i palazzi di via Pelizzi (La Capitale)

Un fumo nero con alte fiamme che ad ogni folata di vento si alimentavano sempre di più. Il legno degli alberi e dei canneti che scricchiola nel fuoco come in un enorme camino. Rondini e pappagalli cercano nuovi rifugi e i pompieri e protezione civile corrono da un lato all’altro di via Bruno Pelizzi mentre dal cielo anche l’elicottero cerca di contenere gli effetti del devastante incendio.


Il “pratone” di Torre Spaccata e Cinecittà adesso è quasi totalmente bruciato. Ma non solo, anche dei giardini limitrofi:


«Si sono iniziate a vedere fumo e fiamme davanti le case, - racconta Francesco 30enne, residente in via Bruno Pelizzi, riferendosi non al ben più grande incendio del "pratone", ma a quello nato collateralmente, come sua conseguenza, nel giardino retrostante delle abitazioni di via Pelizzi -. All’inizio pensavo a uno dei tanti incendi del periodo che poi vengono prontamente spenti e invece col passare del tempo è continuato ad aumentare e ci siamo spaventati. Una vicina di casa vedendo il prato infuocato del giardino ( «Play ground Roma Capitale» ndr), dietro casa nostra - racconta Francesco ancora impaurito -, mi ha detto che l’incendio principale era qui nel "pratone" di Torre Spaccata. Il problema è che molti degli agenti erano concentrati sull'incendio principale, quindi a quel puto abbiamo avuto paura che non se me fosse accorto nessuno».


Al che i residenti hanno chiamato i vigili: «Ci siamo spavenatati con le fiamme quasi al ridosso del palazzo».


Altri residenti hanno contribuito allo spegnimento delle fiamme autonomamente, in attesa che vigili e protezione civile arrivasse. Sul posto infatti erano presenti sia residenti che i volontari, con acqua e pompe in mano per estinguere le fiamme.


La storia del Pratone

Poi il pensiero di Francesco va al Pratone: 60 ettari tra Cinecittà, via Palmiro Togliatti, via di Torre Spaccata e via Lizzani. l'ampia area verde è sempre stata interesse di progetti di urbanizzazione.

Negli anni '80 e '90 sono state scoperte importanti testimonianze archeologiche risalenti all'epoca romana, come ville e strutture. Il Pratone è stato a lungo destinato a progetti di sviluppo urbanistico, come la costruzione di un centro direzionale (Sdo). Molti cittadini del quartiere si sono organizzati in un comitato «Pratone Torre Spaccata». L'obiettivo è dire no ad «ulteriori cubature, all’atterraggio di 600mila metri cubi di cemento nell’area e no a qualsiasi forma di compensazione».

Il comitato aveva lanciato anche una petizione, che in seguito ha superato il vaglio di conformità della Commissione capitolina preposta, «è stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Roma la petizione con cui tutti insieme possiamo chiedere all’Assemblea capitolina una variante del Prg (piano regolatore regionale) che finalmente escluda il Pratone di Torre Spaccata dal rischio di cubature» si legge sul sito del Comitato.


Proprietario del terreno è «Cassa Depositi e Prestiti» che cerca di vendere l'area da molto tempo. Perché qui secondo il piano regolatore si potrebbe costruire. Ora con il Pnrr, il prato l'avrebbe dovuto comprare Cinecittà Studios, individuato come probabile acquirente. Qui, sarebbero dovuti nascere 8 teatri. Mentre gran parte dell'area secondo questo progetto sarebbe stata edificata terzi solo un terzo del terreno sarebbe rimasto verde pubblico. Verde per il quale Francesco aveva anche contribuito con una forma a non farlo cementificare, con la petizione del Comitato: «E adesso anche quest'area verde che abbiamo è stata distrutta e siamo tristi, già ci manca quel polmone verde».


I fondi Pnrr però sono stati ritirati per archeologici. Qui, l’interesse archeologico per l’area in trova e i primi riscontri addirittura «a partire dagli anni ’80, come testimoniano le ricognizioni di superficie (Bietti Sestieri 1984) e le indagini preventive effettuate proprio in quegli anni dalla Soprintendenza Archeologica di Roma (Rea 1985)» si legge in una nota del Comitato, il cui obiettivo è sempre stato chiedere e vedere riconosciuti tutti i vincoli per poter scongiurare l'edificabilità dell'area. Cinecittà comunque ha rinunciato al progetto e la situazione adesso è ferma.

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