Incendio al Centro Sperimentale di Cinematografia, Castellitto: "Nessun mistero, distrutte 220 pellicole"
Dopo tre mesi dall’incendio che ha coinvolto parte dell’archivio della Cineteca Nazionale di Roma è stato diffuso l'elenco dei film perduti
Sergio Castellitto, da meno di un anno presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha fatto chiarezza sulla misteriosa e dibattuta questione dell'incendio che lo scorso 8 giugno ha colpito il cellario B4 della Cineteca Nazionale del Csc, distruggendo una significativa quantità di pellicole in nitrato degli anni Trenta e Quaranta.
Incendio al Centro Sperimentale di Cinematografia, Castellitto: "Ne abbiamo dato immediata notizia a chi di competenza"
Castellitto ha smentito «categoricamente la presunta volontà dell’Istituzione che presiedo di mettere a tacere l’incendio», e lo ha fatto in un comunicato stampa pubblicato ieri 29 agosto sul sito della Fondazione. «Ne è stata data immediata notizia alle Autorità competenti, in attesa di una comunicazione esterna a indagini completate», ha continuato il regista.
Il Csc ha fatto sapere che l’incendio avrebbe in realtà danneggiato solo una parte esigua delle pellicole, molte straniere, per le quali esisteva già una prima copia di protezione. Nello specifico si tratterebbe di 220 titoli «non 500, come erroneamente riportato», precisa il direttore, tra film, documentari e cinegiornali. Intanto, le cause dell’incendio rimangono incerte e sono oggetto di un’inchiesta.
Stando alla lista pubblicata sul sito del Csc tra le pellicole andate bruciate ci sono molti dei negativi originali di cortometraggi degli anni ‘10 di Charlie Chaplin, ma anche cinegiornali Luce degli anni Venti e Quaranta i film come Cronaca di un amore di Michelangelo Antonioni del 1950 e La croce di fuoco di John Ford del 1947.
La dichiarazione scomparsa: "Lesiva dell'immagine dell'istituto"
Dopo l'incendio alla Cineteca Nazionale, il Csc era stato accusato di aver tentato di mantenere segreta la notizia. Una dichiarazione sul sito della Fondazione, pubblicata lo scorso 12 giugno, che riportava dettagli sull’incendio, era infatti stata rimossa dopo poco, aumentando i sospetti sulla dinamica dell'accaduto.
La responsabilità sarebbe della Direttrice Generale Monica Cipriani che avrebbe ritenuto la dichiarazione «lesiva dell’immagine del Csc, non essendo ancora chiare le conseguenze dell’incendio ed essendo in corso indagini», chiarisce Castellitto nel comunicato di ieri.
Grimaldi: "Mi aspettavo qualche risposta in più"
Le parole del regista non hanno però soddisfatto Marco Grimaldi di Alleanza verdi e sinistra che è stato il primo a portare alla luce la questione con un’interrogazione parlamentare datata 31 luglio e destinata al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.
«Dopo mesi di silenzio Castellitto da Venezia prova a gettare acqua sulla cenere», scrive Grimaldi. Poi fa riferimento a questioni più interne al Csc, come i mancati investimenti e lo stato di salute dell'istituzione.
«Il bilancio di previsione 2024 evidenzia un deficit di circa 800mila euro, pari quasi alle consulenze attivate, tra cui quella ad Angelo Tumminelli, che il presidente Castellitto ci tiene a precisare come non sia il suo agente» continua il deputato, che allude anche ai 17 tecnici impegnati nella digitalizzazione del patrimonio storico del cinema italiano ai quali non si intendeva rinnovare il contratto.
«L’unica cosa certa è che quei lavoratori sono a casa e quelle pellicole irrimediabilmente perse. Ci sarà tempo per rispondere al Presidente Castellitto. Mi sarei aspettato qualche parola in meno e qualche risposta in più», conclude Grimaldi. L’interrogazione parlamentare era stata presentata il 31 luglio al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ma non ha ancora ottenuto risposta.
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