Il Vicariato vuole sfrattare, ma Unione Inquilini non si arrende: «Fermiamo gli sfratti, ascoltiamo Papa Francesco»
- Redazione La Capitale
- 30 apr
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Aggiornamento: 2 giorni fa
A impedire lo sfratto, almeno per oggi, è stato un picchetto antisfratto organizzato da Unione Inquilini, che ha raccolto attorno a sé decine di persone solidali e attente al tema del diritto all’abitare

Questa mattina a Roma, in piazza Ara Coeli, si è consumato l’ennesimo atto di una vicenda che ha dell’incredibile: lo sfratto di Giuseppe, pensionato e storico inquilino di una casa di portierato gestita dal Vicariato e dalla Fondazione Bonelli e Vidaschi. A impedirlo, almeno per oggi, è stato un picchetto antisfratto organizzato da Unione Inquilini, che ha raccolto attorno a sé decine di persone solidali e attente al tema del diritto all’abitare.
Il paradosso: uno sfratto firmato dal Vicariato
Il caso ha suscitato particolare indignazione per via della natura del proprietario: proprio il Vicariato, la struttura ecclesiastica che rappresenta il Papa nella diocesi di Roma. Un paradosso ancora più stridente nel pieno dell’anno giubilare, mentre Papa Francesco ha più volte chiesto apertamente alla Chiesa di dare l’esempio nella tutela dei più fragili, fermando gli sfratti e promuovendo un’azione concreta di misericordia.
Casa trasformata in affitto breve: profitto prima della dignità
Il gesto previsto per oggi - lo sgombero di un pensionato, in un mercato immobiliare bloccato e inaccessibile per chi ha redditi bassi - appare in profondo contrasto con quelle parole. La casa in cui Giuseppe vive da anni, raccontano gli attivisti, sarebbe destinata a diventare un alloggio per locazioni brevi. Una scelta che mette nero su bianco la priorità data al profitto rispetto alla dignità umana, alimentando processi di gentrificazione che espellono i più poveri dal centro storico della capitale.
La richiesta di Unione Inquilini: un nuovo contratto per Giuseppe
Dopo l’intervento del picchetto, lo sfratto è stato rinviato. Una notizia accolta con sollievo da Unione Inquilini, che ora chiede l’apertura immediata di un tavolo di confronto con il Vicariato e la Fondazione per trovare una soluzione stabile e dignitosa per Giuseppe. «Non ci basta un rinvio - ha dichiarato Silvia Paoluzzi di Unione Inquilini - chiediamo un nuovo contratto d’affitto, che garantisca a Giuseppe il diritto alla casa e restituisca coerenza etica all’operato di chi dice di ispirarsi al Vangelo».
«Una città giusta è possibile»: la mobilitazione continua
La mobilitazione non si ferma. L’appello degli attivisti è chiaro: «È tempo di costruire una città giusta, dove nessuno venga sfrattato per fare spazio al turismo o agli affitti brevi. Papa Francesco ha indicato la strada, ora sta al Vicariato e alle istituzioni raccogliere questa sfida».
Il prossimo passo, fanno sapere da Unione Inquilini, sarà continuare a vigilare, coinvolgere la cittadinanza e chiedere a gran voce che le parole del Papa diventino azioni concrete. La lotta per Giuseppe è la lotta di tanti, e oggi ha segnato una piccola vittoria.