Il nuovo Parco Schuster vuole dimostrare di essere più di un parco
- Redazione La Capitale
- 13 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 mar
Alla presentazione del libro sul progetto che trasformerà l’area verde la parola d’ordine è «replicabilità». Così il Campidoglio punta a portare spazi inclusivi universali in tutta la città

Sarà presto il primo parco di Roma incapace di escludere, riprendendosi un ruolo centrale nella vita del quartiere di San Paolo. Si parla del progetto per il Parco Inclusivo Universale Schuster (P.I.U.), situato all'interno del triangolo verde davanti alla Basilica di San Paolo su via Ostiense.
Il progetto di ricerca e trasformazione urbana guidato dal prof. Adolfo F. L. Baratta ha avuto l'obiettivo di trasformarlo nel primo Parco Inclusivo Universale della Capitale. Un luogo che possa essere esempio di progettazione di un nuovo tipo di città, sensibile ai bisogni di ogni persona e fruibile da tutti i cittadini.
Mercoledì 12 marzo, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, è stato presentato il volume curato dalla prof.ssa Laura Calcagnini, dal titolo: "Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster".
La pubblicazione raccoglie gli sforzi delle istituzioni pubbliche e private per sviluppare delle progettualità sapienti per spazi esterni accessibili e inclusivi, con un focus sull'individuazione di soluzioni architettoniche per il Parco. Durante l'evento, organizzato da Tetrabondi ONLUS, AES Architettura Emergenza e Sviluppo e il Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi Roma Tre, è emerso con forza il concetto di replicabilità.
Il Parco Schuster non sarà infatti solo un’area verde, ma un modello da esportare in altre parti di Roma e non solo. Un progetto che punta a ridefinire il concetto di spazio pubblico, rendendolo accessibile a tutti, dai bambini agli anziani, dalle persone con disabilità alle famiglie.
L’interesse del Campidoglio in merito è chiaro. Presenti insieme agli organizzatori, infatti, anche l’assessora Sabrina Alfonsi, l’ex assessore Andrea Catarci, ora all’Ufficio Giubileo Persone e Partecipazione di Roma Capitale, e il presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri.
Un parco per tutti, senza barriere
Il progetto del Parco Schuster si basa su linee guida universali per l’accessibilità, il wayfinding (l’orientamento nello spazio), il diritto allo sport, al gioco e alla socialità in modo intergenerazionale. Un’attenzione particolare è stata posta alla creazione di uno spazio che possa essere vissuto da chiunque, superando le barriere fisiche e sensoriali.
Come ha sottolineato Valentina Perniciaro della Tetrabondi Onlus, «questo parco non è solo una trasformazione urbanistica, ma è sociale. Sarà un luogo in cui l’inclusività sarà a 360 gradi, dallo sport alla cultura, dalla salute alla socialità. Un luogo che non esclude nessuno, ma che accoglie tutti, rendendo possibile una vera integrazione tra generazioni e abilità diverse».
Un parco che guarda al futuro
Nella realizzazione del parco è quindi risultata vincente anche la modalità di creazione del progetto stesso. L’opportunità ha infatti permesso di ripensare il modo in cui si vivono gli spazi pubblici grazie a un processo di co-progettazione e co-programmazione che ha coinvolto cittadini, istituzioni, associazioni e università.
In particolare si distinguono cinque aree distinte: un'area ludica caratterizzata da giochi accessibili, un'area sensoriale, un'area sport universalmente accessibile, un'area culturale e un'area sociale.
Come spesso sottolineato anche nella presentazione, il progetto nasce grazie a un lavoro collettivo, la cui trasformazione non è solo urbanistica, ma sociale, l'obiettivo è creare un ambiente inclusivo dove gioco, svago e socializzazione siano accessibili a tutti.
Un modello per Roma e oltre
L’obiettivo, quindi, sembra esser chiaro: fare del modello di Parco Schuster, volto all’inclusività, un esempio replicabile in altre aree della città. Come ha ribadito Perniciaro alla chiusura d’evento, «questo parco non è solo un luogo, ma un’idea che può trasformare Roma. Se riusciamo a realizzare qui un modello che funziona, possiamo esportarlo in altri quartieri, rendendo la città davvero accessibile a tutti».
La presentazione si è quindi conclusa con un invito alla cittadinanza a partecipare attivamente e a sostenere progetti simili. «Vi aspettiamo tutti, perché questo parco sarà di tutti - ha concluso Perniciaro -. Speriamo che diventi un punto di riferimento per Roma, per far sì che tutte le aree verdi della città siano inclusive e accessibili a tutti».