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Il futuro di Edoardo Bove, il centrocampista rischia di fermarsi

Redazione La Capitale

Dopo l’arresto cardiaco in campo, il centrocampista affronta settimane decisive per capire se potrà tornare a giocare. I medici indagano sulle cause e valutano l’ipotesi di un defibrillatore sottocutaneo

Edoardo Bove, numero 4 della Fiorentina (profilo Instagram)
Edoardo Bove, numero 4 della Fiorentina (profilo Instagram)

Domenica scorsa, durante la partita contro l'Inter, Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina, ha vissuto un momento drammatico. Al 17' minuto della gara, un malore lo ha colpito, portandolo a un arresto cardiaco causato da un'aritmia. In questo momento il futuro sportivo di Bove resta incerto e le prossime settimane saranno cruciali per capire se il calciatore potrà tornare a giocare.


I medici, infatti, sono ancora al lavoro per comprendere la causa del malore e per valutare lo stato di salute attuale di Bove. Attraverso test genetici – i cui risultati definitivi arriveranno solo tra qualche settimana – si cercherà di capire se la lesione al ventricolo sinistro che ha scatenato la fibrillazione ventricolare sia stata provocata dalla miocardite post-Covid o se, invece, si tratti di una cardiomiopatia aritmogena congenita, una patologia genetica che aveva già colpito altri calciatori come Davide Astori e Piermario Morosini.


Il defibrillatore sottocutaneo

Uno degli aspetti più delicati da chiarire è la possibilità di una recidiva. Se l'aritmia dovesse ripresentarsi, sarebbe necessario un defibrillatore sottocutaneo, un dispositivo in grado di rilevare eventuali aritmie pericolose e somministrare uno shock salvavita. Questo tipo di apparecchio è già stato impiantato in altri sportivi professionisti, come il calciatore Christian Eriksen e il ciclista Sonny Colbrelli, che hanno affrontato situazioni simili. Il defibrillatore sottocutaneo consente di vivere una vita normale e di praticare attività fisica, ma non è raccomandato per gli sport di contatto, in quanto potrebbe essere danneggiato da colpi violenti.


La grande domanda che si pongono ora tutti, tifosi e appassionati di calcio, è se Edoardo Bove, qualora fosse sottoposto a un defibrillatore, potrà tornare a giocare a calcio. In teoria sì, ma le regole italiane lo impediscono. Secondo le linee guida nazionali di Medicina e Cardiologia dello sport, gli atleti con defibrillatore non sono idonei a partecipare ad attività agonistiche, poiché il rischio di recidiva potrebbe rimanere elevato, anche con il dispositivo impiantato.


Le restrizioni italiane, differenze con i protocolli esteri

Un caso simile è quello di Christian Eriksen, che ha ripreso a giocare, ma solo in Inghilterra. I protocolli di alcuni paesi, come il Regno Unito, sono meno rigidi rispetto a quelli italiani e consentono agli atleti di continuare la loro carriera anche con un defibrillatore.


Per Edoardo Bove, dunque, il futuro è ancora incerto. Il giovane talento della Fiorentina ha già fatto sapere ai suoi compagni che la sua voglia di tornare in campo è forte, ma i prossimi giorni saranno determinanti. Se la sua condizione medica lo permetterà, potrebbe tornare a giocare, ma la realtà è che, oggi, tutto dipende dalle risposte dei medici e dalle norme che regolano la carriera di un atleta professionista.

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