Il Campidoglio chiede di stralciare Roma dalla norma sul tetto alle assunzioni: «Così solo 900 dipendenti in più, ma ne servono 3mila»
Aggiornamento: 29 ott 2024
Durante la seduta straordinaria dell'assemblea capitolina lunedì 28 ottobre il sindaco Gualtieri ha ricordato che, dopo aver perso 5500 dipendenti tra il 2002 e il 2022, il Campidoglio è strutturalmente sottorganico

«Roma Capitale è strutturalmente in sottorganico». A dirlo è il sindaco di Roma Roberto Gualtieri durante la sua relazione sulle politiche del personale, riferita in aula Giulio Cesare per la seduta straordinaria dell’assemblea capitolina lunedì 28 ottobre. Questo, secondo il primo cittadino, è il dato da cui partire per dare un quadro realistico della situazione: «un dato evidente dai numeri di cui forse non sono chiare le implicazioni» e «che rende l'erogazione dei servizi una impresa difficile e a tratti eroica, che ogni ramo amministrativo svolge con mille difficoltà, anche a fronte dell'aumento di investimenti senza precedenti».
Persi 5500 dipendenti del Campidoglio in vent'anni
Ma quali sono i numeri del personale di Roma? Nel giro di vent’anni, dal 2002 al 2022, il Campidoglio ha registrato un calo di 5500 dipendenti (da 27358 a 21857). «Se teniamo conto – spiega Gualtieri – anche degli ingressi del 2024, per la prima volta siamo andati in controtendenza: in tre anni 4562 assunzioni, che non hanno coperto tutto il gap perché ci sono stati anche i pensionamenti ma hanno invertito la tendenza e portato i dipendenti a circa 22.500».
Negli ultimi tre anni infatti per la prima volta il bilancio tra le entrate e le uscite è stato positivo: +1458 nel 2022, +1340 nel 2023 e +1764 nel 2024, «con ingressi massicci in tutti gli ambiti, dalla polizia locale, agli assistenti sociali, agli insegnanti», aggiunge il sindaco.
Il tetto alle assunzioni comunali nella bozza della nuova legge di bilancio
L’obiettivo per il 2025 è assumere 3mila nuovi dipendenti, ma anche «porre il tema che ho posto formalmente nel quadro della riforma degli enti locali: attuare la Costituzione. Oggi la Costituzione riconosce uno status specifico a Roma Capitale che consente di tenere conto di questa specificità nel trattamento economico ai dipendenti. Roma non può essere governata con le stesse regole dei piccoli Comuni. Questo ulteriore aspetto abbiamo chiesto al governo di affrontarlo e sono ottimista», ribadisce ancora una volta il primo cittadino.
All’esecutivo inoltre il sindaco di Roma chiede di rivedere la norma inserita nella bozza della nuova legge di bilancio, che prevede un tetto alle assunzioni a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione in misura pari al 75 per cento della spesa relativa al personale cessato dal servizio nell'anno precedente. Ad esempio, considerato che il Campidoglio stima che entro fine anno le uscite siano 1.200, con la nuova norma non potrebbero essere assunte più di 900 persone, a fronte di una necessità di 3mila unità.
Gualtieri e la lettera al ministro Zangrillo
Un provvedimento che secondo Gualtieri «non ha senso perché tutti i comuni sono in sottodimensionamento degli organici». Ma soprattutto perché «a regole attuali il massimo che abbiamo potuto fare» è «incardinare mille nuovi ingressi per il prossimo anno, ma sono del tutto insufficienti, non compenserebbero nemmeno i pensionamenti».
Quindi il primo cittadino ha scritto «una lettera al ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo per chiedere al governo una deroga dei vincoli, in particolare il tetto di 1,2 miliardi di euro per la spesa del personale, così da consentirci l'assunzione di 3mila persone nel 2025, il target necessario per svolgere bene i compiti che ci siamo dati. Il governo ha aperto un tavolo con il ministero dell'Economia e finanza e con quello della Funzione pubblica per aumentare le assunzioni, è chiaro che non si può dall'altro lato limitare le assunzioni con la legge di bilancio».
Il primo intervento in aula del neo assessore al Personale
Dopo la relazione del sindaco Gualtieri, ha preso la parola per il suo primo intervento in aula il neo assessore al Personale, Giulio Bugarini, che ha ricordato le tre deroghe specifiche chieste al governo dal primo cittadino: prima di tutto la possibilità di ripartire le assunzioni già programmate in base alle esigenze attuali, dal momento che «in forza di questo vincolo, per il 2024 non possiamo spendere oltre 54 milioni di euro, cifra ben al di sotto delle nostre esigenze».
Poi di alzare dal 2025 il tetto di spesa per il personale per compensare il sottorganico, che al momento secondo «quanto disposto dalla legge finanziaria del 2007», «non può essere superiore a un limite che, nell'attualità, è di circa 1,2 miliardi di euro, limite che se sforato in una annualità, riverbera con un blocco delle assunzioni negli anni successivi, fino al rientro». Infine di incrementare il fondo per il salario accessorio, al fine di ridurre l’emorragia di personale attratto da condizioni lavorative migliori in altri settori.
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