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  • Camilla Palladino

I cittadini "adottano" le aiuole di via Caio Cestio: un progetto ambientale e sociale

L'obiettivo è far curare le aree verdi della strada adiacente al cimitero Acattolico da persone svantaggiate, ottenendo così un duplice risultato: riportare il decoro nell'area e far acquisire ai lavoratori con difficoltà competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro

Due manutentori urbani lavorano nell'aiuola di via Caio Cestio, accanto all'ingresso del cimitero Acattolico. (La Capitale)
Due manutentori urbani lavorano nell'aiuola di via Caio Cestio, accanto all'ingresso del cimitero Acattolico. (La Capitale)

Un progetto ambientale e sociale per migliorare il decoro dell’area adiacente al cimitero Acattolico di Roma. La Fondazione Nicola Bulgari, il comitato di residenti Don Minzoni e la cooperativa Sistema Città, con la collaborazione della direttrice del cimitero Yvonne Mazurek, fanno rete per migliorare il decoro di via Caio Cestio e favorire l’inclusione sociale delle fasce svantaggiate portatrici di handicap. Con questi obiettivi tre persone, tra cui una con un'invalidità certificata al 100 per cento, sono state formate come «manutentori urbani», acquisendo competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro, per prendersi cura delle aiuole lungo la strada.


L'adozione delle aiuole in via Caio Cestio

La possibilità di lavorare sul verde pubblico è dovuta al fatto che Sistema Città ha «adottato» l'area. Nella mattinata di oggi, martedì 30 luglio, la direzione tecnica Gestione del verde del I municipio, alla presenza dell’assessore all’Ambiente Stefano Marin e della direttrice Mazurek, ha consegnato formalmente le aree verdi a Sandra Naggar, presidente della cooperativa, che ha firmato la presa in carico. Il progetto, sottoscritto lo scorso 27 ottobre, doveva durare sei mesi ma poi, come si legge nella nota della Fondazione Bulgari «visti gli ottimi risultati ottenuti nei primi sei mesi di attività, viene confermata l’intenzione di voler estendere la durata per altri sei mesi». Ed è stato fatto.


Il momento dell'adozione dell'area con l'assessore all'Ambiente del I municipio Stefano Marin , l'architetta Stefania Leone e la presidente di Sistema Città Sandra Naggar. (La Capitale)
Il momento dell'adozione dell'area con l'assessore all'Ambiente del I municipio Stefano Marin, l'architetta Stefania Leone e la presidente di Sistema Città Sandra Naggar. (La Capitale)

Così in un’area diventata nel tempo una mini discarica a cielo aperto, i tre manutentori hanno avviato un intervento che, partendo dallo sfoltimento dell’edera e dalla rimozione di sporcizia e rifiuti di plastica, ha provveduto – con l’aiuto di un rastrello arieggiatore e scarificatore – a ripristinare le condizioni per la ricrescita del prato. Il progetto prevede l’impegno totale di 48 ore mensili, con una cadenza settimanale di 12 ore di lavoro. E il degrado della strada del rione Testaccio che circonda il cimitero Acattolico è pian piano scomparso, restituendo il giusto decoro a un'area con una vocazione cimiteriale storica, dal momento che nella vicina Piramide si trova sepolto il pretore e tribuno della plebe Caio Cestio, che qui fece erigere alla fine del I secolo a.C. il proprio sepolcro.

Naggar: «Offriamo autonomia lavorativa alle persone con difficoltà sociali»

La scelta del luogo da riqualificare nasce da una duplice motivazione: il sostegno ai più bisognosi ma anche il rispetto dovuto al luogo dove sono sepolti alcuni appartenenti della famiglia Bulgari. Ma l'idea è di ampliare lo sguardo anche su altre zone della città che avrebbero bisogno di una manutenzione costante. «Le persone che hanno difficoltà sociali come ex detenuti, ex tossicodipendenti o chi ha problemi di salute mentale, sono coloro alle quali offriamo la chance di acquisire un’autonomia lavorativa diventando parte attiva della comunità. Sul modello dell’intervento in via Caio Cestio, Sistema Città spera di poter allargare questo modello ad altre aree degradate della città con l’aiuto di sponsor sensibili al decoro urbano e alla tutela dei più deboli».


Aiuta la comprensione profonda di questo luogo, e dell’importanza di tenere lontano il degrado, la riflessione della direttrice del cimitero: «C’è sempre più la tendenza a vivere i cimiteri storici come luoghi di benessere dell’anima. Vincere il degrado esterno di un’area sacra, porta anche ad allontanare il degrado interiore e diminuire, in qualche modo, quei comportamenti inappropriati che affliggono Roma. Quando la sporcizia, gli schiamazzi, l’erba incolta e i rifiuti non ci sono più, il luogo diventa un’isola nella città che produce bellezza e benessere», spiega Mazurek.

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