Giuli, ultimo esame alla Sapienza. Cambiare rotta: «Il ministro lo bocciamo noi»
- Anita Armenise
- 30 set 2024
- Tempo di lettura: 2 min
«Basta fascisti e guerrafondai», «Mic e Mur ci vogliono precari», si legge sui cartelli, mentre sventolano una bandiera di Cambiamo Rotta e della Palestina

«Per una nuova cultura... Bocciamo Giuli! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato», era lo slogan della mobilitazione di «Cambiare Rotta», collettivo della Sapienza che aveva annunciato la protesta di questa mattina, in occasione dell'ultimo esame del neo ministro della Cultura Alessandro Giuli. Gli studenti del collettivo, nonostante l'esame di Giuli sia finito, sono sulle scale davanti alla sede della facoltà di Lettere e Filosofia in presidio.
Sapienza, il collettivo: «Giuli di destra, noi lo bocciamo»

«È un insulto che proprio in questa facoltà, dove due studenti antifascisti sono stati uccisi, venga un ministro della Cultura con radici storiche e politiche legate a Meridiano Zero», ha detto al megafono un manifestante. L'appello per l'esame era alle 9, ma è stato anticipato alle 8 per motivi di ordine pubblico, ovvero per evitare che la contestazione potesse interferire con la prova.
«In questi ultimi decenni ministero della Cultura è stato responsabile dello smantellamento e dell'umiliazione dei beni culturali pubblici di questo paese. Lo si vede dalla precarizzazione dei lavoratori dei beni culturali, dalla gestione e dalla svendita dei beni culturali, dati in appalto a privati», è la denuncia dei manifestanti.
«Salutiamo il nuovo ministro con i peggiori auguri per il suo ultimo esame: bocciamo Giuli!», era l’appello degli studenti. L’esame che deve sostenere Giuli è Teoria delle dottrine teologiche con il professor Gaetano Lettieri, direttore del dipartimento di Storia e antropologia delle religione. Poi con lui preparerà anche la tesi, che potrebbe essere discussa già a gennaio 2025. Il tema della sua tesi è Costantino.
«Ieri Meridiano Zero oggi Med-Or. Basta fascisti e guerrafondai», «Mic e Mur ci vogliono precari», si legge sui cartelli, mentre sventolano una bandiera di Cambiamo Rotta e della Palestina.