Forof chiude la sua Stagione IV con «Tutto stucco»: festa-performance finale dei Gelitin/Gelatin
- Edoardo Iacolucci
- 30 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Forof chiude la Stagione IV con «Tutto stucco», performance finale dei Gelitin/Gelatin tra arte, libertà e archeologia. Il 1° luglio a Roma

Martedì 1° luglio Forof, l’innovativo spazio romano dove l’arte contemporanea incontra l’archeologia, ospita il gran finale della Stagione IV con «Tutto stucco», ultimo episodio del suo Public Program. Protagonisti assoluti: i Gelitin/Gelatin, collettivo viennese tra i più irriverenti e visionari della scena artistica internazionale. L’evento, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, si terrà dalle 21.30 alle 23.30 nella suggestiva cornice di Palazzo Roccagiovine, a due passi dal Foro di Traiano.
Forof è uno spazio culturale unico nel panorama italiano, dove arte contemporanea e memoria storica si fondono in una continua esperienza sensoriale. Fondato da Giovanna Caruso Fendi, Forof si sviluppa tra i raffinati ambienti di un palazzo ottocentesco e i suggestivi resti archeologici della Basilica Ulpia, creando un dialogo diretto tra linguaggi del presente e testimonianze del passato. Ogni stagione espositiva è concepita come un percorso site-specific, dove mostre, performance e incontri pubblici trasformano FOROF in un laboratorio aperto, interdisciplinare e partecipativo.
L’appuntamento con «Tutto stucco» segna la conclusione della mostra "Nimbus Limbus Omnibus", iniziata il 1° ottobre 2024: un’installazione in costante mutazione, arricchita da performance e interventi artistici che hanno lasciato segni tangibili e simbolici nello spazio, come in uno scavo archeologico vivo. Il tema della stagione – le libertà – è stato indagato attraverso linguaggi performativi, materiali inusuali e una costante interazione col pubblico.
Gelitin/Gelatin e Forof: un anno di visioni condivise
Nel corso dell’anno, i Gelitin/Gelatin hanno animato Forof con tre performance uniche: dalla tavolata inaugurale di dolci-scultura alla surreale apparizione in costume da conigli giganti, fino alla performance “Buon Complenardo”, tributo esilarante a Leonardo da Vinci. Ogni azione ha saputo coinvolgere gli spettatori in esperienze collettive, poetiche e dissacranti, in perfetta sintonia con l’identità fluida e partecipativa del progetto.
«Con Tutto stucco celebriamo la chiusura di un ciclo straordinario», afferma Giovanna Caruso Fendi, fondatrice di Forof. «Un anno di sperimentazione, apertura e dialogo con un collettivo che ha saputo trasformare ogni gesto artistico in un atto di libertà e scoperta».
La performance finale: tra gesso, corpi e libertà
L’evento vedrà i Gelitin/Gelatin impegnati in un’azione performativa collettiva, dove gesso, calchi e corpi si fonderanno in una sorta di rito contemporaneo, evocativo e catartico. Il pubblico sarà invitato a diventare parte attiva della scena, in un’esperienza immersiva che richiama il senso più autentico della manumissio, l’antico rito romano di liberazione degli schiavi, celebrato proprio nell’abside della Basilica Ulpia – oggi visibile al piano ipogeo di Forof.
«Tutto stucco» è una celebrazione della libertà in tutte le sue forme», sottolinea Pietromarchi. «I Gelitin/Gelatin ci portano in un giardino sacro dove si gioca con i limiti, si interrogano i tabù e si cerca il volo – simbolico e reale – della creatività umana».
Nimbus Limbus Omnibus: tra archeologia, memoria e ironia
L’esposizione, divisa in due momenti, ha mostrato il lato più stratificato e ironico del collettivo. Da un lato, una grande installazione-deposito con opere, oggetti e frammenti creati in oltre 25 anni, dall’altro le sculture in gesso presentate per la prima volta in Italia: busti bifronti che rompono la simmetria classica e riflettono su identità e ambiguità. Tutto questo all’interno di un percorso immersivo che intreccia materiali poveri, ironia e memoria archeologica.
Appuntamento a settembre con Alicja Kwade
Con la chiusura della mostra dei Gelitin/Gelatin, Forof si prepara a una nuova stagione autunnale, che si aprirà con un progetto firmato da un’altra protagonista della scena artistica internazionale: Alicja Kwade. Ancora una volta, Forof promette di essere crocevia tra passato e futuro, tra materia e visione.