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Anita Armenise

Fontana di Trevi, crollo dell'ascensore. I sindacati: «Tempo del cordoglio è finito. Servono interventi»

Aggiornamento: 16 ott

I tre operai sono caduti da un’altezza di oltre 10 metri durante le operazioni di collaudo. Uno di loro è morto sul colpo

crollo ascensore fontana di trevi

«Ancora una volta un cantiere edile come luogo di morte». Queste le parole di Nicola Capobianco, segretario generale della Filca-Cisl Roma sull'incidente avvenuto nel pomeriggio di lunedì 14 ottobre in una delle zone più centrali della Capitale, quella di via delle Vergini, a pochi passi da Fontana di Trevi. Si tratta dell'89esima vittima nei cantieri edili dal 2003.


Crollo ascensore in un condominio: «Chiediamo apertura tavolo nazionale»

«La vita dei lavoratori edili non è più negoziabile. Chiediamo da subito l'apertura di un tavolo nazionale che metta al centro la salute e la sicurezza dei lavoratori», commenta Capobianco. Il volo da oltre 10 metri, poi la tragedia. Peter Isiwele, operaio nigeriano, è morto a soli 48 anni per il crollo di un ascensore. Feriti, invece, i due operai che erano con lui: un 39enne nigeriano e un giovane di quasi 17 anni. La procura ha subito aperto un fascicolo, l’inchiesta è per omicidio colposo.


«Servono investimenti concreti e immediati. Serve agire. Il tempo del cordoglio è finito, serve dare risposte ad un settore e a dei lavoratori di un ambiente pericoloso». Nell’immobile al civico 21, di proprietà della Kryalos sgr, erano in corso i lavori di manutenzione straordinaria. Lavori che ammontano a circa 1,3 milioni di euro per riqualificare interamente lo stabile.


I tre sono caduti da un’altezza di oltre 10 metri durante le operazioni di collaudo. Isiwele è morto sul colpo. Il 39enne è stato portato all’ospedale San Giovanni per le ferite alla schiena, mentre il 16enne è stato trasportato in codice rosso al Bambino Gesù.


Christian, questo il suo nome, dai primi accertamenti si trovava nell’area di cantiere insieme al padre. Entrambi risulterebbero dipendenti della ditta Fusco Ascensori. Non è ancora chiaro invece per chi lavorassero formalmente i due nigeriani. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia, la polizia locale, la Asl e l’ispettorato del lavoro.


Controlli su tutte le ditte all’interno del condominio

La procura di Roma sta indagando per omicidio colposo. Il pm vuole capire se nella fase di collaudo i tre ascensoristi stessero lavorando a norma e se avessero i requisiti per l’intervento. A partire da Isiwele, iscritto alla cassa edile fino al 31 agosto 2024, quindi formalmente non ascensorista.

Per questo verranno svolti dei controlli su tutte le ditte all’interno del condominio di proprietà della Kryalos sgr che, oltre a esprimere le condoglianze alla famiglia della vittima, ha preso le distanze dall’incidente: «L’immobile di via delle Vergini di un fondo di Kryalos sgr per il quale la società svolge attività di gestione amministrativa e non svolge ruolo operativo. Sull’immobile sono stati avviati lavori di bonifica per i quali è stato affidato mandato integrale all’Impresa Intereco Servizi Srl, fornitore altamente qualificato».


Le verifiche del pm su contratti e sul patentino per la manutenzione

pm via delle vergini

La procura di Roma ha avviato accertamenti sulla regolarità dei contratti di lavoro e sul possesso del patentino necessario per svolgere la manutenzione degli ascensori in relazione all'incidente avvenuto ieri all'interno di un condominio in via delle Vergini in cui un operaio nigeriano di 48 anni è morto

e altri due (di cui un 16enne) sono rimasti feriti. Nel fascicolo aperto nel tribunale penale di piazzale Clodio, coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal pm Pierluigi Cipolla, si ipotizzano i reati di omicidio colposo e lesioni in violazione delle norme antinfortunistiche. I magistrati, che hanno disposto il sequestro del cantiere, hanno conferito l'incarico per svolgere l'autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore.


Quest'anno nel Lazio sono morte 87 persone sul lavoro

Sono 87 i morti sul lavoro nel Lazio nel 2024, denuncia in una nota la Cgil, 40 gli infortuni mortali in itinere e 47 nei luoghi di lavoro. Di questi 16 sono avvenuti nella provincia di Roma, 6 a Viterbo, 10 Frosinone, 11 Latina e 3 Rieti. «È inaccettabile - accusa Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio - che nel 2024 si possa ancora morire schiacciati da un ascensore perché mancano adeguate misure di sicurezza».


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