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Fiumicino, il calciatore Omeonga fatto scendere dall'aereo diretto a Tel Aviv: «Vittima della brutalità della polizia» [VIDEO]

Redazione La Capitale

Aggiornamento: 2 gen

Il lungo post di denuncia pubblicato su Instagram dal calciatore belga Stephane Omeonga, passato anche per le squadre italiane di Avellino, Genoa e Pescara

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Un fotogramma del video pubblicato su Instagram dal calciatore belga Stephane Omeonga

«Il 25 dicembre sono stato vittima della brutalità della polizia». Inizia così il lungo post di denuncia pubblicato su Instagram dal calciatore belga Stephane Omeonga, passato anche per le squadre italiane di Avellino, Genoa e Pescara. Nel video che accompagna il testo si vede un agente di polizia che lo ammanetta, lo prende per il collo, e lo strattona verso l'uscita anteriore dell'aereo.


Ma cosa è successo? Il giocatore racconta la sua versione dei fatti: «Durante un volo tra Roma e Tel Aviv, dopo essere salito sull'aereo e aver preso il mio posto, uno steward mi ha avvicinato per un presunto problema con i miei documenti e mi ha chiesto di lasciare l'aereo. Fiducioso della validità dei miei documenti, con calma gli ho chiesto che tipo di problema. Hanno chiamato la polizia, sono stato ammanettato e rimosso con la forza dall'aereo. Una volta fuori dall'aereo, lontano dalla vista dei testimoni, la polizia mi ha gettato violentemente a terra, mi ha picchiato, e uno di loro mi ha premuto il ginocchio contro la testa», dichiara Omeonga.


E prosegue: «Sono stato poi portato in aeroporto in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale. Quando è arrivata un'ambulanza ero in stato di shock e non ho potuto rispondere alle domande dei sanitari. Poco dopo, ho sentito alla radio della macchina della polizia: "Ha rifiutato le cure mediche, va tutto bene". Questo era del tutto falso, ho chiesto loro di portarmi via in ambulanza, spaventato da quello che la polizia poteva farmi. Successivamente, sono stato messo in una stanza grigia, senza cibo né acqua, e lasciato in uno stato di totale umiliazione per diverse ore. Al mio rilascio, ho appreso che un agente di polizia aveva sporto denuncia contro di me per lesioni presumibilmente causate durante l'arresto, anche se ero ammanettato. Inoltre, ancora oggi, non ho ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto».


Infine il calciatore imputa l'episodio a una forma di razzismo: «Come essere umano e come padre, non posso tollerare alcuna forma di discriminazione. Questo arresto è solo la punta visibile dell'iceberg. Molte persone che mi somigliano non riescono a trovare lavoro, non hanno accesso ad abitazioni, o non possono partecipare agli sport che amano, semplicemente perché sono neri. Dobbiamo restare uniti e alzare la voce per educare coloro che ci circondano - colleghi, vicini e amici - su questo tema che affligge la nostra società e ne ostacola il progresso. Pace».


Differente tuttavia il resoconto di fonti delle forze dell'ordine, secondo cui Omeonga sarebbe stato sulla black list di Israele e quindi non gradito nel Paese. La polaria, come precisato dalle stesse fonti, è intervenuta su richiesta del capo scalo e del comandante della compagnia aerea. Infine la diversa descrizione dei fatti avvenuti: prima dell'intervento immortalato da un video di un passeggero in cui Omeonga viene trascinato a forza giù dal velivolo, sostengono gli agenti, ci sarebbe stata una mediazione di circa 40 minuti. Poi Omeonga è stato portato negli uffici della polaria di Fiumicino e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Ora rischierebbe un'ulteriore denuncia per diffamazione.

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