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Fiume Almone, il Campidoglio si muove per la riqualificazione

Giacomo Zito

Con la delibera approvata in aula Giulio Cesare si prevede l’apertura di un tavolo di lavoro congiunto tra i diversi attori responsabili della salvaguardia del fiume



Il Campidoglio è pronto a lavorare per la riqualificazione del fiume Almone, corso d’acqua che attraversa per lungo il Parco Regionale dell’Appia Antica. Questo almeno emerge dal voto accolto da un’ampia maggioranza nella giornata del 23 gennaio, l’amministrazione si impegna quindi a formare un tavolo di lavoro per monitorare la salute del terzo fiume della città.


Viene così svolto un grande passo nel processo richiesto da oltre 10 anni da cittadini e associazioni, in particolare il Comitato per il Parco della Caffarella che cura e salvaguardia l’area verde della valle dove il fiume è maggiormente fruibile.


Cosa prevede l’atto del Comune


Con la delibera approvata in aula Giulio Cesare si prevede dunque l’apertura di un tavolo di lavoro congiunto tra i diversi attori responsabili della salvaguardia del fiume. Si parla, in particolare, dell’autorità di bacino del Tevere, di Regione Lazio ed enti parco, Arpa, Acea e università, insieme a Municipi, Comune e Città Metropolitana.


L’obiettivo della delibera è garantire innanzitutto un monitoraggio continuo del fiume e la manutenzione e cura del territorio attraversato dal fiume Almone, come l’area della valle della Caffarella. Per farlo rimane però necessario un coordinamento che punta a essere “esempio virtuoso” per la gestione pianificata del territorio in cui scorre il fiume, per gran parte sotto tutela.


Storia e importanza dell'Almone, fiume sacro ai Romani


Nel corso dei suoi 22 km di lunghezza, dalle pendici dei Colli Albani al depuratore Roma Sud (situato vicino all’ex ippodromo di Tor di Valle), il fiume Almone è il secondo affluente del Tevere.

La sua storia è molto legata a quella dell’antica Roma, tanto che la leggenda legata al suo spirito divino (che i Romani attribuivano a tutti i fiumi, le sorgenti e le manifestazioni naturali) viene raccontata nell’Eneide di Virgilio. 


Era uno dei confini naturali della Roma primitiva e di quella repubblicana. Sulle sue sponde, secondo la leggenda, sarebbe inoltre avvenuto l’incontro amoroso tra Marte e Rea Silva da cui nacquero i gemelli Romolo e Remo.


Per secoli ha quindi mantenuto una funzione vitale per agricoltori e pascoli, dando anche energia a diverse macine, tra cui quella che, divenuta cartiera, oggi ospita la sede del Parco Regionale dell’Appia Antica.


La minaccia dell’ultimo secolo e la nuova prospettiva


La perdita del suo carattere divino ha comportato anche una svalutazione dal punto di vista naturale. Nel corso dell’ultimo secolo, infatti, il fiume si è infine trasformato in una discarica a cielo aperto, minacciando la biodiversità che intorno a questo corso d’acqua si era creata. 


Il Comitato per il Parco della Caffarella è stato tra le associazioni più attive in merito, promuovendo nel corso dei suoi 40 anni di storia diverse iniziative per la pulizia e la salvaguardia di un fiume minacciato da scarichi abusivi, e autorizzati, nel corso d’acqua.


Oggi, grazie a decenni di battaglie, il fiume non è più fortunatamente una discarica a cielo aperto. La sua gestione rimane però ad oggi un esempio da superare, fatto da negligenze nei controlli degli scarichi e nelle attività che illegalmente ne hanno occupato e deviato il corso.


La Regione, che considerava l’Almone alla stregua di uno scarico fognario, oggi si presenta pronta a lavorarci per il dovuto monitoraggio ambientale. Il passaggio votato in Campidoglio sembra andare in questa direzione, favorendo così la salvaguardia di un corso d’acqua che è parte della storia della città e sempre più al centro di un Parco amato e usufruito da migliaia di cittadini.

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