Firmato il protocollo d'intesa tra Unhcr e Campidoglio per i rifugiati: a Roma ci sono meno di 2mila posti disponibili
Aggiornamento: 7 nov 2024
L'occasione è la seconda edizione di City to city, la due giorni di incontri fra i comuni italiani che, insieme all’Unhcr hanno elaborato e sottoscritto la Carta per l’integrazione delle persone rifugiate, vale a dire Roma, Bari, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Bologna, Brescia, Genova, Padova e Ravenna
Potenziare e coordinare i servizi a sostegno dell’integrazione e della partecipazione di persone rifugiate e richiedenti asilo offerti nello «Spazio comune» polifunzionale dello Sportello unico per l'accoglienza migranti dell’Ufficio coordinamento interventi in favore delle popolazioni migranti (Suam), il programma dell’Unhcr che prevede centri in cui sono concentrati i servizi fondamentali per le persone rifugiate.
Questo l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato in Campidoglio nella mattinata di mercoledì 6 novembre dall'assessora capitolina alle Politiche sociali e alla salute Barbara Funari e dalla rappresentante di Unhcr per l'Italia, la Santa Sede e San Marino Chiara Cardoletti.
Il protocollo d'intesa tra Campidoglio e Unhcr
Il testo prevede anche l'impegno di Unhcr e del Campidoglio nel proseguire la collaborazione su temi come l'inserimento lavorativo, il coinvolgimento della comunità locale nei percorsi d’integrazione, la partecipazione delle persone rifugiate, l'inclusione sociosanitaria, psicosociale e socioeconomica anche attraverso i programmi dell'agenzia dell'Onu realizzati insieme a diversi partner del terzo settore, del privato e del privato sociale.
Così la Capitale punta ad allinearsi con i comuni di Bari, Napoli e Milano che hanno già siglato simili protocolli di intesa con l’Unhcr. L'occasione è la seconda edizione di City to city, la due giorni di incontri fra i comuni italiani che, insieme all’Unhcr hanno elaborato e sottoscritto la Carta per l’integrazione delle persone rifugiate, vale a dire Roma, Bari, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Bologna, Brescia, Genova, Padova e Ravenna.
Funari: «Lavoriamo per il diritto alla cittadinanza»
«Lavoriamo in sinergia e condividiamo obiettivi importanti come il diritto alla cittadinanza, il rispetto della dignità delle persone e l’impegno di offrire un futuro possibile ai migranti che arrivano nella nostra città. Una realtà complessa che ci troviamo ad affrontare con molte difficoltà e con un quadro normativo che, purtroppo, non ci aiuta ad avviare processi di integrazione che possano seguire una logica strutturale e non emergenziale», dice Funari.
E aggiunge Cardoletti: «Roma, con la sua storia millenaria di accoglienza e diversità, consolida il suo impegno per l’integrazione e la solidarietà, e per questo obiettivo continueremo a lavorare insieme per rafforzare il supporto alle persone rifugiate, promuovendo percorsi di integrazione sociale e lavorativa che permettano loro di ricostruire le proprie vite con dignità e speranza».
Il primo rapporto della Carta per l'integrazione
Per l'inaugurazione della City to city, è stato lanciato il primo rapporto della Carta per l’integrazione. Dall'analisi è emerso che la popolazione dei rifugiati in Italia cresce: secondo i dati ufficiali aggiornati al primo semestre del 2024 sono quasi 487mila le persone sfollate forzatamente dal proprio Paese. E che i comuni aderenti alla Carta forniscono il 18 per cento dei posti in accoglienza nel Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) a livello nazionale.
I numeri dei rifugiati a Roma e nel Lazio
In particolare nel Lazio all'inizio del 2023 erano 40.991 le persone con permesso di soggiorno. Di queste, 8.782 sono rifugiate, 10.085 godono di una protezione sussidiaria (permesso di soggiorno con una durata di 5 anni), 13.842 una protezione temporanea (della durata di un anno), 2.923 sono richiedenti asilo e 5.359 hanno altre forme di protezione.
Per quanto riguarda i posti messi a disposizione dal Sai per i rifugiati nella città metropolitana di Roma (al 31 agosto 2024) sono 1.917 quelli ordinari (di cui 1.727 all'interno dei confini comunali), 40 quelli per minori stranieri non accompagnati (tutti all'interno della Capitale), e 38 riservati all'assistenza sanitaria specialistica per il disagio mentale (di cui 24 a Roma).
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