Femminicidio Ilaria Sula, i genitori: «È stata buttata via come un oggetto, era la nostra vita»
- Rebecca Manganaro
- 9 apr
- Tempo di lettura: 3 min
«Lui deve marcire in carcere per tutta la vita». Flamur e Gezine, i genitori di Ilaria Sula, chiedono che sia fatta giustizia: «Era la nostra vita»

«Lui deve marcire in carcere per tutta la vita». Flamur e Gezine Sula non riescono a trattenere le lacrime né la rabbia mentre parlano di Ilaria, la loro figlia ventiduenne brutalmente uccisa dall’ex fidanzato Mark Samson. Un delitto che ha spezzato non solo una giovane vita, ma anche quella della sua famiglia, oggi distrutta dal dolore. «L’ha ammazzata e l’ha gettata dentro una valigia, come se fosse un oggetto – dicono i genitori nello studio dell’avvocato Giuseppe Sforza –. Ilaria non era un maglione o un paio di scarpe. Era una persona, era tutto per noi».
«Aspettavamo Ilaria a casa»
Ilaria studiava Statistica a La Sapienza, sognava di laurearsi a ottobre e già immaginava il vestito e la festa con gli amici. Ma il 29 marzo la sua voce si è spenta per sempre. «Aspettavamo Ilaria a casa, a Terni – racconta la madre –. Il treno è arrivato, è ripartito, ma lei non c’era. Ho fatto mille chiamate, il telefono era spento. Ho subito capito che era successo qualcosa». Il corpo della giovane è stato ritrovato in un sacco della spazzatura, nascosto in una valigia, abbandonata come se fosse rifiuto.
Il coinvolgimento della madre di Mark Samson
A rendere ancora più atroce la vicenda è il coinvolgimento di altri: la madre di Mark, dopo ore di interrogatorio, ha ammesso di aver aiutato il figlio a occultare il cadavere. «È una madre questa? – si domanda Flamur Sula –. Una madre avrebbe dovuto chiamare i soccorsi, non aiutarlo a buttarla via».
Leon, il fratello di Ilaria: «Vorrei sapere quali sono state le ultime parole di mia sorella»
Anche Leon, fratello di Ilaria, è devastato. Era lui ad aver incontrato Mark, l’unico della famiglia. «Sembrava un tipo tranquillo, mi fidavo di lei – dice –. Per me Ilaria era una sorella, un’amica, una complice». Adesso, una sola domanda gli tormenta la mente: «Vorrei sapere quali sono state le ultime parole di mia sorella». La risposta, il padre e la madre la immaginano: «Avrà senza dubbio chiamato la mamma».
L'università a Roma e la passione per il pianoforte
Ilaria era una ragazza solare, determinata. Dopo il diploma aveva sognato di studiare a Bologna, ma non riuscendo a trovare un alloggio aveva scelto Roma. «Era una giornata di sole a piazza Navona quando disse “Roma va bene” – ricordano i genitori –. Era felice, piena di sogni: dopo la laurea voleva fare un master». Oltre allo studio, Ilaria coltivava la passione per il pianoforte: il suo pezzo preferito era «Per Elisa», che suonava ogni volta che tornava a casa.
«Abbiamo il dovere di lottare per lei»
Il 29 marzo, invece, tutto si è fermato. «Martedì ci aveva detto che doveva studiare e ci aveva chiesto di lasciarla tranquilla – racconta la madre –. Di solito tornava il sabato, ma voleva anticipare per fare la manicure. Doveva arrivare venerdì sera». Ma quel treno è partito senza Ilaria.
Oggi la famiglia Sula chiede giustizia. «Nostra figlia è rinchiusa in un posto da cui non potrà più uscire – dice il padre –. Non la vedremo più tornare a casa, né suonare il pianoforte. Ma abbiamo il dovere di lottare per lei, perché giustizia sia fatta».