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Eolico off-shore: Civitavecchia tra i porti chiave per la transizione energetica in Italia

  • Edoardo Iacolucci
  • 3 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Porto di Civitavecchia sarà uno dei protagonisti delle attività di supporto per l’eolico off-shore, insieme a Brindisi, al servizio dei due poli principali: Augusta e Taranto

civitavecchia
Porto di Civitavecchia

Il futuro dell’energia pulita in Italia passa anche da Civitavecchia. Il decreto interministeriale firmato dai ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Economia - attualmente trasmesso alla Ragioneria di Stato secondo quanto anticipato da Ansa - individua Augusta (Siracusa) e Taranto come i principali poli nazionali per lo sviluppo dell’eolico off-shore.


Brindisi e Civitavecchia, invece, avranno un ruolo cruciale come basi logistiche e operative di supporto. Una scelta che segna una svolta per il porto laziale, tradizionalmente legato a un modello energetico fortemente inquinante. Oggi, invece, si apre a un futuro verde, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione.


Legambiente Lazio, Sacchi: «Potente volano per lo sviluppo sul territorio dei green jobs»

Secondo Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio:

«Il decreto ministeriale che individua Civitavecchia come una delle due aree di sostegno ai poli principali di sviluppo dell’eolico in mare può essere un potente volano per lo sviluppo sul territorio dei green jobs e fondamentale nel percorso della transizione energetica».

il presidente regionale dell'assocazione ambientalista poi aggiunge:

«Questa positiva evoluzione deve poter portare con sé anche un’accelerazione della fase autorizzativa degli impianti eolici off-shore che attendiamo di veder costruire proprio a largo della costa davanti alla città di Civitavecchia».

Dal carbone all'energia pulita a Civitavecchia

Il territorio, da sempre segnato dalle emissioni della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord, si prepara ora a una vera e propria rinascita ambientale:

«La scommessa ora è quella di veder nascere in questo luogo un nuovo grande cantiere della transizione ecologica dove ambiente, lavoro, sviluppo sostenibile e vocazione produttiva territoriale siano un tutt’uno – continua Scacchi – nel punto che per anni è stato quello di maggior emissione in atmosfera di CO₂ in tutta Italia».

La chiusura definitiva della centrale a carbone rappresenta così un simbolo del cambiamento.

«Ora la ciminiera della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord va verso il definitivo spegnimento e, in questo paesaggio, i fumi delle ciminiere possono sparire, lasciando il posto proprio agli aerogeneratori eolici e alla produzione energetica pulita».

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