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«E-mail di lavoro anche di notte», da Roma parte la proposta di legge per il diritto alla disconnessione

Titty Santoriello Indiano

Telefonate e messaggi whatsapp oltre l’orario lavorativo, ma anche email e richieste di riunioni in videoconferenza. Gli studenti e i professionisti di un'associazione romana hanno redatto una proposta di legge già depositata alla Camera. Ieri sera all'arena Mancini la presentazione alla cittadinanza

Telefonate e messaggi whatsapp oltre l’orario lavorativo, ma anche email e richieste di riunioni in videoconferenza mentre si è a cena con la famiglia, con il partner o con gli amici o mentre si sta praticando sport o semplicemente riposando. A questa comune situazione di iper connessione, legata al lavoro, si sono ribellati e ragazzi e le ragazze di Associata, un’organizzazione giovanile romana composta da studenti e professionisti autori di una proposta di legge sul tema, già depositata alla Camera dei Deputati. Per portare la questione all’attenzione dell’opinione pubblica l’Associata ha organizzato ieri sera, sabato 28 settembre, un’iniziativa pubblica all’Arena Mancini con politici, giornalisti e molti giovani che hanno raccontato le loro testimonianze.


Una legge anche in Italia

Il Diritto alla disconnessione è già legge in Australia e in Francia ma anche la Spagna, il Belgio e l'Irlanda hanno deliberato provvedimenti in merito. Ora la proposta di legge «Disposizioni in materia di diritto alla disconnessione nei rapporti di lavoro» potrebbe accendere un faro anche in Italia su una questione che, soprattutto a partire dal periodo della pandemia da Covid, interessa i lavoratori e le lavoratrici di tutte le generazioni. Depositata già alla Camera e firmata dai deputati del Partito democratico Arturo Scotto, Anna Ascani e Chiara Braga, la proposta si rivolge sia ai lavoratori dipendenti che agli autonomi.


Le disposizioni della legge e le sanzioni per i datori di lavoro

Non ricevere telefonate ma anche email, servizi di messaggistica istantanea o comunicazioni tramite piattaforme on line al di fuori dell’orario di lavoro e comunque per almeno per 12 ore; le richieste pervenute fuori orario saranno evase soltanto durante il tempo previsto contrattualmente o saranno considerate «straordinario». Queste le principali disposizioni della proposta a cui si aggiungono alcuni provvedimenti per gli ordini professionali e le  le associazioni di categorie che dovranno adeguare i propri codici deontologici entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge

Inoltre se il lavoro avviene prevalentemente in forma digitale, le aziende con oltre 15 dipendenti dovranno dotare i dipendenti degli strumenti tecnologici e comunque comunicare al lavoratore - all’inizio di ogni rapporto professionale - tutte le informazioni relative alla modalità di fruizione del diritto alla disconnessione. In caso di violazione delle disposizioni, la proposta prevede l'applicazioni di sanzioni amministrative che vanno da 500 a 3000 euro.


«Il lavoro dei giovani è precario e a volte è anche nero»

«Se questa legge verrà approvata avremo finalmente dei diritti rispetto alla questione della disconnessione perché non può essere continuamente prevaricata la nostra vita privata, anche per garantire una migliore qualità del lavoro», commenta il presidente di Associata Luca Onori:«Questo dibattito - prosegue - serve anche per ritornare a parlare del lavoro giovanile che spesso è precario e che è anche lavoro nero come testimoniano molte storie dei ragazzi e delle ragazze che abbiamo incontrato in questo percorso».


Email e richieste lavorative fino all'una di notte

A proposito di storie, Dario (nome di fantasia, ndr) è un giovane laureato in economia che vuole rimanere anonimo. Lavora in internship con un’importante azienda di consulenza. In sostanza ha un contratto da tirocinante di sei mesi, rinnovabile. Dopo il primo anno, potrebbe ambire ad un contratto a tempo determinato, anche questo di sei mesi rinnovabile, fino alla possibilità dell' assunzione. «Il mio orario di lavoro dovrebbe essere dalle 9 alle 18 invece sono stato costretto a volte a rimanere in ufficio fino a mezzanotte». Oppure «mi capita spesso di ricevere richieste lavorative fino all'una di notte, quando sono a casa». E ancora:«Succede che il venerdì sera mi chiedano di concludere un lavoro per il lunedì mattina successivo, presupponendo un mio impegno il sabato e la domenica. E' evidente - prosegue Dario - che è molto difficile dire di "no" tenendo conto dei contratti in scadenza. Eppure sono persino più fortunato di altri che lavorano in aziende piccole perché guadagno circa 800-100 euro al mese, di più rispetto a molti colleghi in una situazione simile».




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