Detenuti in rivolta nel carcere di Velletri
Secondo quanto si apprende, sono stati dati alle fiamme alcuni materassi
Detenuti in rivolta nel carcere di Velletri. Secondo quanto si apprende, sono stati dati alle fiamme alcuni materassi. Sul posto la polizia penitenziaria, i vigili del fuoco, la polizia e i carabinieri. Al momento sono in corso le trattative. A denunciare le tensioni nel penitenziario Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che segnala come, nelle ultime ore, nel reparto D dell'istituto, alcuni detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle celle, arrivando a distruggere alcune delle telecamere di videosorveglianza. Secondo Somma, momenti come questi «sono la piena dimostrazione della professionalità e delle capacità dei poliziotti penitenziari che pur nella limitatezza delle risorse a disposizione, si spende con incrollabile buona volontà per garantire la sicurezza pubblica, assicurando l'ordine all'interno delle carceri».
Aggiunge invece Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: «Mentre presso la Casa Circondariale di Velletri sono tuttora in corso pesantissimi disordini, al carcere capitolino di Regina Coeli un centinaio di detenuti della terza sezione si rifiuta di rientrare dai cortili passeggio. Alla base della resistenza, pare che vi siano i timori per possibili conseguenze disciplinari a seguito di scontri fisici, fra reclusi, registrati ieri (sabato 27 luglio,ndr)».
«Le carceri - ha proseguito - sono ormai polveriere, mentre al Governo fanno finta di nulla. A Regina Coeli, a fronte di 600 posti disponibili, sono ammassati circa 1.130 detenuti, peggio che in una qualsiasi stalla dov'è necessario rispettare regole più stringenti. A gestirli, poi, circa 350 Poliziotti penitenziari assegnati, quando ne sarebbero necessari almeno 709. Per non parlare delle pessime condizioni della struttura».
Conclude infine De Fabio: «Considerando tutto ciò che sta avvenendo in queste ore, senza che alcuno dall'esecutivo batta ciglio, ci chiediamo cosa si aspetti. Possibile che non è chiaro dalle parti di Palazzo Chigi che rischia di accadere molto più e molto peggio di quanto successo nel marzo del 2020, quando allo scoppiare della pandemia per Covid-19 vi furono pesantissime sommosse in decine di carceri e si contarono 13 morti? Temiamo di star vivendo la pandemia dell'indifferenza della politica di maggioranza, che si cimenta in farneticazioni discettando del nulla».
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