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Detenuti in prova, per la pulizia delle strade di Roma: ecco l'accordo Ama-ministero della Giustizia

Edoardo Iacolucci

L'accordo, che prevede l'impiego dei detenuti nella pulizia delle strade di Roma, è stato firmato alla presenza del capo del dicastero Giustizia, Carlo Nordio e di altri alti rappresentanti istituzionali

Camion Ama
Camion Ama

Un importante protocollo d'intesa, quello sottoscritto tra il ministero della Giustizia, gli uffici giudiziari di Roma e Ama che mira a promuovere il reinserimento sociale dei detenuti attraverso attività di pubblica utilità. L'accordo, che prevede l'impiego dei detenuti nella pulizia delle strade di Roma, è stato firmato alla presenza del capo del dicastero della Giustizia, Carlo Nordio e di altri alti rappresentanti istituzionali.


Detenuti in prova: reinserimento sociale e messa alla prova

L'intesa rientra nella normativa che consente l'espletamento di prestazioni di pubblica utilità dei detenuti in prova come strumento di recupero e inclusione sociale. I detenuti e le persone ammesse alla messa alla prova, autorizzati dal Giudice penale, svolgeranno attività gratuite di raccolta rifiuti e spazzamento stradale sotto la supervisione di Ama.


La municipalizzata romana fornirà ai partecipanti l'equipaggiamento necessario, inclusi dispositivi di protezione individuale.

Il ministero della Giustizia garantirà il monitoraggio dell'andamento delle attività, riferendo al Giudice penale sullo stato della messa alla prova.


Russo: «Leva potente per il reinserimento sociale dei detenuti»

«Il recupero della dignità - ha sottolineato Giovanni Russo, Capo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria (Dap) -passa dal sentirsi utili verso la collettività. Restituire qualcosa alla società è una leva potente per il reinserimento sociale dei detenuti. E sentirsi utili verso la collettività, poter restituire qualcosa a quella società a cui qualcosa si è tolto, è una leva fortissima per riacquistare fiducia in se stessi e voglia di ritrovare una collocazione nel consesso sociale. Ringrazio Ama per aver abbracciato questo progetto e - conclude -, per aiutare l'Amministrazione Penitenziaria nel mandato di rieducazione e reinserimento che la Costituzione ci assegna».


Sangermano: «Opportunità straordinaria per promuovere misure alternative al carcere»

Secondo Antonio Sangermano, responsabile del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità (Dgmc) «questa convenzione rappresenta un'opportunità straordinaria per promuovere misure alternative al carcere in linea con il principio della pena programma. Un modo per incentivare le misure alternative al carcere, un'ottica nuova di decarcerizzazione in ossequio al principio della pena programma. Un modo moderno e attuale di concepire la responsabilità penale».


Manzi: «Promuovere percorsi di recupero e reinserimento sociale»

Alle sue parole si sono aggiunte quelle di Bruno Manzi, presidente di Ama: «Abbiamo sposato in pieno lo spirito di questo Protocollo, per il quale ringraziamo il ministero della Giustizia, che è quello di promuovere percorsi di recupero e reinserimento sociale per imputati, indagati o condannati, attraverso lo svolgimento di prestazioni non retribuite in favore della collettività. In questo caso, i soggetti idonei a partecipare saranno impegnati, a fianco dei nostri operatori, in attività per il decoro di Roma e - conclude - saranno così anche sensibilizzati verso la tutela dell’ambiente».



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