La qualità degli ospedali romani e miglioramenti nei servizi sanitari nel 2023
Aggiornamento: 30 ott
Il report ha valutato le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati, in base a 205 indicatori
Dopo il periodo della pandemia che aveva ridotto di molto l'attività degli ospedali nel 2023 il sistema ospedaliero in tutta Italia, ha registrato un aumento delle ospedalizzazioni, che sono tornate ad essere circa 8 milioni (312mila in più rispetto al 2022), in linea con i valori attesi sulla base del trend pre-pandemico. Sia per i ricoveri urgenti, sia per quelli programmati e diurni.
Con riguardo alle prestazioni, nella maggior parte degli ospedali italiani «convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità bassa.
È il report di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) riferito all’anno 2023 a valutare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati, in base a 205 indicatori, con l'obiettivo di valutare l'efficacia, la sicurezza e la qualità delle cure nel Sistema sanitario nazionale.
I risultati permettono di identificare strutture con criticità e di promuovere audit clinici per migliorare la qualità.
Il report evidenzia questa ripresa delle attività ospedaliere post-covid, in particolare rispetto alle soglie di attività previste dal decreto ministeriale 70/2015 - che prevede delle soglie minime di attività per singolo istituto di ricovero, relativamente a una serie di procedure chirurgiche, in ragione della documentata relazione esistente tra la numerosità della casistica e gli esiti delle cure - mostrando segnali di miglioramento in settori come il trattamento del tumore al seno.
Qui di seguito una mappa per orientarsi tra ospedali romani, sui dati del report annuale Agenas per servizio sanitario e standard qualitativi.
Angioplastica coronaria
Gli ospedali romani del Policlinico Casilino e Policlinico Tor Vergata, sono tra le 35 strutture ad alto volume che hanno mostrato valori uguali o superiori alla soglia del dm 70/2015 nel 2023 e nei 3 anni precedenti, e hanno mostrato un accesso tempestivo alla «Ptca» (l'angioplastica coronarica) per pazienti affetti da infarto («Stemi»). Questo è un indicatore cruciale di efficienza: la rapidità dell'intervento è fondamentale per ridurre il rischio di complicazioni e mortalità.
Inoltre, nella Capitale, tra le 21 grandi strutture che nel triennio precedente non avevano raggiunto la soglia del Dm 70/2015 e nel 2023 hanno migliorato il loro risultato - raggiungendo o superando tale soglia - c'è il San Camillo-Forlanini.
In totale nel 2023, la proporzione di Ptca effettuate entro 90 minuti ha superato il 60 per cento, un miglioramento rispetto al 57 per cento del 2022.
Bypass aorto-coronarico (Bac)
Relativamente al numero di ricoveri per Bypass aorto coronarico (Bac) isolato - quindi non associato ad altri interventi cardiochirurgici -, nel 2023 si è ulteriormente attenuato il gap rispetto al periodo pre-pandemico (5,5 per cento, pari a circa 750 ricoveri in meno).
Mentre sul versante della concentrazione della casistica, si è osservato nel 2023 per Bac isolato un aumento delle cardiochirurgie con volumi uguali o superiori alla soglia del dm 70/2015: 18 strutture contro le 11 del 2022, con un valore corrispondente di casi trattati pari al 35 per cento del volume complessivo (era 24 per cento nel 2022). Nel contesto del Bypass Aorto-Coronario, gli ospedali di Roma come il Gemelli, l'azienda Ospedaliera Sant'Andrea, e il Policlinico Universitario Campus Bio Medico hanno contribuito ad un buon aumento nella concentrazione dei ricoveri.
Se si considerano tutti gli interventi di Bac (non solo quelli isolati), il numero di strutture sopra soglia nel 2023 sale a 38, con un valore corrispondente di casistica intorno al 60 per cento del volume complessivo.
Chirurgia oncologica
In generale nel Paese per quanto riguarda gli interventi oncologici si osserva una frammentazione in strutture con volumi di attività troppo bassi per garantire le migliori esperienze e tecnologie, in particolare per il tumore del pancreas.
Ma a Roma nella chirurgia oncologica, il Policlinico Gemelli è emerso come una delle strutture di riferimento. Nel 2023, la percentuale di interventi per tumore maligno della mammella effettuati in strutture sopra la soglia del dm 70/2015 ha raggiunto il 77 per cento.
Frattura del collo del femore
In totale pazienti in Italia operati per frattura del femore nel 2023 sono stati 95.808 (1.200 in più rispetto al 2022). Quelli operati tempestivamente sono passati dal 53 per cento al 59 per cento Quasi tutti gli ospedali però sono sotto la soglia del 60 per cento. Ma a Roma si trova anche una tra le cinque delle strutture migliori: l'ospedale Sandro Pertini, a Pietralata.
Proprio il Pertini è tra le strutture che nel 2023 hanno garantito un tempestivo accesso all’intervento chirurgico per frattura di femore, con almeno 100 casi trattati e più del 95 per cento dei pazienti operati entro 48 ore). Poi il San Camillo-Forlanini (che delle 69 strutture a più alto volume con volume maggiore o uguale a 100 ricoveri l'anno è tra le 14 strutture che hanno raggiunto o superato il 75 per cento di interventi effettuati entro le 48 ore nel 2023 e anche nei 3 anni precedenti).
Infine tra le 10 strutture ad alto volume che nel triennio precedente non avevano raggiunto la soglia del dm 70/2015 e nel 2023 hanno migliorato il loro risultato, raggiungendo o superando il 75 per cento, ci sono il Policlinico Umberto I, l'ospedale Parodi Delfino di Colleferro, e il presidio del San Filippo Neri.
Il treemap: strumento per le attività di audit per gli ospedali
Il treemap rappresenta uno strumento operativo per identificare aree critiche rispetto alle quali avviare un processo di audit sulla qualità dei dati e sul percorso clinico organizzativo.
Il numero complessivo di audit è pari a 404 distribuiti in 239 strutture, prevalentemente concentrati nelle aree cliniche «Gravidanza e Parto» (soprattutto in relazione ai parti vaginali dopo il taglio cesareo e alle episiotomie nei parti vaginali). Qui, vige lo stesso discorso rigiardo la chirurgia oncologica, per l'area materno-infantile, con un punto nascita su tre che non supera la soglia di 500 parti l'anno, considerato lo standard minimo di sicurezza.
Inoltre, nelle aree «Cardiocircolatorio» e «Osteomuscolare» (relativamente alla tempestività degli interventi dopo frattura del femore nei pazienti di età superiore o pari a 65 anni).
Rispetto alle strutture segnalate lo scorso anno per l’audit, si evidenzia dal report che nella presente edizione del report, 62 strutture hanno superato le criticità precedentemente evidenziate.
In particolare, tra le 7 strutture che sono passate da un livello molto basso per standard di qualità, a un livello alto o molto alto, c'è la Casa di Cura Ini di Grottaferrata.
Il treemap fornisce una rappresentazione grafica della qualità delle cure in otto aree cliniche. Nel 2023, il 70 per cento delle strutture (950 su 1.363) è stato valutato, in aumento rispetto al 66 per cento del 2022. Le strutture non valutate sono 414, principalmente per attività di Day Hospital/Ambulatoriale e per bassi ricoveri ordinari. Circa un terzo delle strutture ha ricevuto valutazioni per una o due aree cliniche, mentre 356 strutture sono state valutate per almeno sei aree. Nessuna di queste ultime ha una valutazione bassa per tutte le aree, e molte strutture presentano una combinazione di aree con qualità alta e bassa.
Variabilità nella qualità
Nonostante i progressi, permane una certa variabilità nella qualità delle cure tra le diverse strutture. Alcuni ospedali potrebbero beneficiare di audit mirati e di miglioramenti organizzativi per garantire standard di assistenza omogenei.
La concentrazione di interventi di alta complessità nelle strutture romane dimostra comunque una buona capacità di gestione delle patologie. Monitorare costantemente i risultati rimane importante, infine, per assicurare che tutti i pazienti ricevano cure adeguate e tempestive.
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