Da Casal del Marmo a Regina Coeli, la garante dei detenuti di Roma contro la carenza di personale in carcere
La gestione emergenziale secondo la garante capitolina dei detenuti non può essere una soluzione a lungo termine e rischia di peggiorare ulteriormente le condizioni sia per i detenuti che per il personale penitenziario

La situazione nelle carceri di Regina Coeli e di Casal del Marmo a Roma è da mesi molto complicata, con gravi carenze di personale sia tra gli agenti di polizia penitenziaria che tra il personale addetto alle attività dei detenuti. A denunciarlo è la Garante delle persone private della libertà personale di Roma, Valentina Calderone, durante la presentazione dei dati sulle carceri di Roma e del Lazio presso l'Istituto regionale di studi giuridici del Lazio.
Emergenza a Casal del Marmo: aumento dei detenuti e trasferimento di agenti
La Garante ha sottolineato che a Casal del Marmo la situazione è particolarmente critica, soprattutto a causa dell’aumento del numero di ragazzi e ragazze detenuti negli Istituti penali per i minorenni (Ipm) di tutta Italia. Ha aggiunto:
«Non è normale la situazione a Casal del Marmo, dove a parte i numeri e l'incremento in tutti gli Ipm d'Italia dei ragazzi e delle ragazze presenti. Adesso sono arrivati nuovi agenti che però verranno distaccati perché l'apertura di un nuovo padiglione al carcere per adulti di Bologna, e pare che grazie a un nuovo ordine di servizio parte del personale verrà fatto confluire lì».
Il trasferimento di parte del personale aggrava ulteriormente una condizione già critica, lasciando l’istituto minorile con una gestione sempre più difficile.
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Sovraffollamento a Regina Coeli: detenuti il doppio della capienza
Per quanto riguarda il carcere di Regina Coeli, Calderone ha evidenziato il problema del sovraffollamento. Ha spiegato che la capienza regolamentare dell’istituto sarebbe di 628 posti, ma che dopo la protesta di settembre scorso, che ha reso inagibile un’intera sezione, questa si è ridotta a 570 posti, mentre i detenuti sono attualmente 1050.
«È evidente che lavorare al doppio della capienza è praticamente impossibile e anche il personale penitenziario va in sofferenza perché non riesce a seguire le persone»
ha spiegato la Garante, mettendo in luce le enormi difficoltà del sistema.
Il personale penitenziario, già numericamente insufficiente, si trova costretto a gestire una popolazione carceraria ben oltre i limiti previsti, con conseguenze sia per la sicurezza che per la qualità della detenzione.
Aumento dei suicidi tra i detenuti
Un altro dato preoccupante riguarda i suicidi in carcere. Calderone ha spiegato che questi avvengono spesso in situazioni di isolamento e in condizioni detentive particolarmente dure. Calderone ha quindi sottolineato la necessità di interventi urgenti per evitare che il fenomeno continui a crescere:
«I numeri dei suicidi ci dicono che spesso avvengono in situazioni di isolamento e in cui soffrono una condizione detentiva già particolarmente dura»
L’isolamento, combinato con il sovraffollamento e la carenza di personale, contribuisce ad aumentare il disagio psicologico dei detenuti, con conseguenze drammatiche.
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Una gestione solo emergenziale: nessuna soluzione strutturale
Secondo la Garante, con questi numeri è molto difficile pensare a miglioramenti strutturali:
«Credo che con questi numeri sia molto difficile pensare a miglioramenti strutturali perché si può lavorare solo sull'emergenza ma così qualcosa rischia di sfuggire».
Di fronte a questa situazione, l’unica possibilità sembra essere quella di gestire l’emergenza, senza però riuscire a mettere in atto riforme strutturali in grado di migliorare le condizioni di vita dei detenuti e di lavoro del personale penitenziario.
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