Crocifisso a scuola sì o no, la questione ai voti in VI municipio
Giovedì 10 ottobre il Consiglio voterà una risoluzione per «l'installazione del crocifisso nelle scuole» in uno dei municipi in cui è maggiore la presenza di bambini e bambine di altre culture e religioni

La questione ha diviso negli anni tante volte destra e sinistra dai paesi di provincia alle grandi città. Poi una sentenza della Cassazione nel 2021 avrebbe dovuto chiudere il dibattito lasciando definitivamente agli istituti scolastici la facoltà di scegliere. E invece il conflitto si riapre oggi a Roma, nel VI municipio, dove giovedì 10 ottobre si discuterà una risoluzione per «l'istallazione del crocifisso nelle scuole».
«Valori universali»
Il documento, già approvato nella commissione Scuola, considera il crocifisso «un simbolo educativo che richiama valori universali» e la scuola «il luogo dove le nuove generazioni vengono formate non solo a livello accademico ma anche sotto il profilo civico e morale». Per questi motivi promuove «l’installazione del crocifisso in tutte le scuole del territorio di competenza quale simbolo delle tradizioni culturali italiane» e chiede di «facilitare la sua esposizione in conformità con le leggi vigenti».
Pd:«Atto pretestuoso»
A 24 ore dal voto, il clima è già caldo nell'unico municipio della città governato dal centro destra. Il partito Democratico locale si appella al «principio di autodeterminazione della scuola e degli studenti» e parla del «solito atto pretestuoso» e di «un'invasione di campo» rispetto alle «dirigenti scolastiche che hanno piena autonomia e responsabilità» in merito. «Noi rappresentiamo come gruppo politico, una comunità vasta che ha varie sensibilità, in primis quella cristiana cattolica, che per quanto ci riguarda dev’essere rispettata e messa in condizione di poter esercitare e far valere i propri diritti sempre», specifica il capogruppo Fabrizio Compagnone ma «l’atto rimane fuori luogo». Anche perché l’amministrazione «usa la religione a scopi propagandistici distraendosi dai problemi veri delle nostre scuole su cui sono stati destinati ingenti fondi dal Campidoglio e ancora siamo in attesa dei cantieri».
Fratelli d'Italia:«Non offendiamo nessuno»
Dichiarazioni che lasciano presagire un voto non unanime domani in Consiglio. Anche se il promotore del documento Gabriele Manzo di Fratelli d'Italia si aspetta «un voto unitario da parte di tutti, maggioranza e opposizione».Il consigliere, raggiunto al telefono, dice che «il crocifisso non è solo un simbolo religioso ma rappresenta i valori storici e morali italiani». E poi spiega:«Se mi trovassi in un altro Paese rispetterei le tradizioni e la cultura del posto, allo stesso modo non vedo il motivo per il quale non rispettare le nostre. Non offendo nessuno - insiste - anzi potrei offendere una persona di religione cristiana in Italia non esponendo il crocifisso».
Municipio multiculturale
Questa idea di promuovere l'esposizione del crocifisso nelle scuole proviene dal territorio che, insieme al V e al XV, è quello con la più alta incidenza della popolazione straniera della città (Ufficio statistico del Campidoglio, ndr). Tanto che nel 2019 il 25 per cento dei bambini e delle bambine sono nati da genitori non italiani. Solo per fare un confronto, nel II municipio sono stati l'11 per cento. Dati che raccontano come il VI sia un territorio dove le scuole sono multiculturali e di conseguenza multireligiose. Un motivo in più per ritenere che il documento sarà difficilmente accolto dalla comunità scolastica.
Solo le scuole possono decidere
Il dibattito sul tema ha trovato uno sbocco in una sentenza della corte di Cassazione del 2021 che, sostenendo il principio di laicità dello Stato, afferma: «La presenza o meno nelle scuole del crocifisso rientra nell’ambito dell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche». Dunque non c'è un divieto di esporre il crocifisso ma neanche un obbligo. Gli unici a poter decidere sulla questione sono gli insegnanti, i genitori e gli studenti negli organi collegiali, quindi nei consigli di classe e di istituto.
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