Corteo pro Palestina, in 10mila a sfilare nel centro di Roma: «Palestina libera»
- Camilla Palladino
- 12 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 ott 2024
A partire dalle 15 gli attivisti sono arrivati in piazzale Ostiense e intorno alle 16 circa 10mila persone hanno iniziato a sfilare nelle strade del centro

«Stop al genocidio e al massacro in Libano». Questo il titolo dato al corteo pro Palestina organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi, dall'Associazione dei palestinesi in Italia e dalla Comunità palestinese d'Italia nel pomeriggio di sabato 12 ottobre, a una settimana dalla manifestazione del 5 ottobre. A partire dalle 15 gli attivisti sono arrivati in piazzale Ostiense e intorno alle 16 circa 10mila persone hanno iniziato a sfilare nelle strade del centro.
L'itinerario del corteo pro Palestina
Lungo viale Aventino, piazza di porta Capena, il Colosseo, via Merulana fino alla meta, in piazza Vittorio. In testa alla lunga coda di persone, un cartellone con scritto: «Stop al genocidio della popolazione palestinese, stop al massacro in Libano». Tra striscioni per chiedere lo stop ai bombardamenti su Gaza e bandiere palestinesi, dai megafoni in strada si sono levati diversi slogan: da «Siamo tutti antisionista» a «Palestina libera», passando per «Intifada fino alla vittoria». Tra le varie sigle Usb, Arci, Potere al Popolo, l'Udap, Cambiare Rotta e i collettivi studenteschi. Anche l'Anpi e la Cgil si sono ricongiunte al corteo su via Labicana, all'angolo con via Merulana.
Gli attivisti contro la Fao: «Vergogna»
E al passaggio davanti alla sede della Fao, davanti al Circo Massimo, senza le bandiere degli Stati normalmente esposte sul muro di cinta dell'edificio, un manifestante ha gridato: «Dove sono le bandiere? Siete ridicoli. Vergona!». Il riferimento è all'ottobre dello scorso anno, quando un manifestante pro Palestina si era arrampicato e aveva strappato la bandiera di Israele, che si trovava tra quella italiana e quella irlandese. Di fronte al palazzo tra viale delle Terme di Caracalla e viale Aventino, dal carro del corteo hanno rincarato la dose: «Noi sappiamo quali sono le bandiere della vergogna». E ancora: «Noi le bandiere palestinesi, invece, le alziamo, perché non abbiamo paura».
Salman: «Spiace che la comunità ebraica romana e italiana non sia in piazza con noi»
«Siamo qui per dire basta bombardamenti, anche sul Libano, e stop al genocidio. Purtroppo il governo israeliano è un governo criminale. Lottiamo contro questa maledetta guerra per la pace», ha detto Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio, ringraziando il ministro della Difesa Guido Crosetto per le parole pronunciate dopo il ferimento dei soldati dell'Unifil in Libano. «Però - ha aggiunto - avremmo voluto sentire queste dichiarazioni anche per la morte di migliaia di palestinesi a Gaza e il ferimento di più di 18mila bambini e 14miladonne». Infine Salman si è rivolto direttamente alla Comunità ebraica: «Le comunità ebraiche sono scese piazza in tante parti del mondo. Ci dispiace molto che la comunità ebraica romana e italiana non sia ancora scesa in piazza insieme a noi per dire: basta a questa guerra. Sì alla pace».
«Non vogliamo stringere le mani a Israele»
«Levate le bandiere della pace. Noi non vogliamo la pace - ha detto al megafono una delle organizzatrici a chi sventolava stendardi arcobaleno - vogliamo la libertà. Non vogliamo stringere le mani a Israele». Qualche ora prima dell'inizio della protesta inoltre gli attivisti avevano fatto sapere con una nota che «tutto ciò che sta accadendo, ci devasta. Ma questo dolore ci spronerà a non cessare la nostra Resistenza rivoluzionaria e multigenerazionale». Tra le richieste dei partecipanti al corteo ci sono quelle di «interrompere tutti i rapporti di tipo economico, accademico, scientifico, militare, politico e diplomatico» con Israele e che sia «sospeso e cancellato l'accordo di associazione Ue-Israele».
Fumogeni al Colosseo
All'altezza del Colosseo alcuni manifestanti hanno acceso dei fumogeni con colori che richiamavano la bandiera palestinese. Mentre il fiume di persone si avvicinava a piazza Vittorio, il corteo intonava cori contro Israele, Stati Uniti, Unione Europea e governo italiano. Una manifestante dal carro si è poi alla stampa: «Mi auguro che i giornalisti non strumentalizzino come al solito le nostre piazze. Non venite qui a strumentalizzare e a essere servi del sionismo. Giornalista terrorista ti ha pagato un sionista», ha concluso aizzando un coro. Poi ha preso la parole uno studente, in rappresentanza dei collettivi studenteschi della Sapienza: «Noi siamo le stesse persone del 5 ottobre. Continueremo a riempire le piazze parlando di libertà, vita, popoli in lotta, autodeterminazione e speranza, che è il motore di questo corteo. Vogliamo l'industria bellica fuori dall'università». Il corteo è arrivato a piazza Vittorio poco prima delle 19 e lì ha proseguito la manifestazione tra slogan, musica e interventi.