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Morta per le botte del marito: l'ex di Genoveva Ciurea fuori dal carcere. Oggi la giornata contro la violenza sulle donne

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 25 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Adesso sulla questione dovrà esprimersi la Cassazione

giornata contro la violenza sulle donne

Si chiama Florin Virgil Ciurea, era stato condannato per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della moglie Genoveva deceduta nel 2021, e ha visto la sua condanna ridotta dalla Corte d'Appello. La condanna iniziale era di nove anni e quattro mesi, ma è stata ridotta a sei anni e 15 giorni.


Genoveva Ciurea, le motivazioni della riduzione di pena dell'ex

Florin Virgil Ciurea, 39 anni, cittadino di origine rumena, era stato condannato un anno fa a 9 anni e 4 mesi di reclusione dalla prima Corte d'Assise di Roma per i reati di maltrattamenti, lesioni aggravate e sottrazione di minore. La vittima, Genoveva, sua moglie, è morta il 15 gennaio 2021, a 40 anni, due settimane dopo aver subito l'ennesimo pestaggio da parte del marito.


La condanna iniziale era inferiore di 10 anni rispetto alla richiesta della pm Vittoria Bonfanti. Questo perché non è stato possibile dimostrare un nesso di causalità diretto tra le percosse e la morte della donna, aggravata da patologie preesistenti. Tuttavia, a seguito del processo d'Appello, la sentenza è stata ulteriormente ridotta il 24 giugno scorso: Ciurea è ora obbligato solo a firmare, con una pena di 6 anni e 15 giorni.


Le violenze reiterate: «Papà picchia la mamma»

Genoveva aveva subito violenze fisiche e psicologiche per anni, spesso alla presenza della figlia della coppia. La prima aggressione documentata risale al gennaio 2018, quando un trauma cranico e un ematoma avevano richiesto un intervento chirurgico.


Maltrattamenti che si erano ripetuti nel tempo, con numerosi ricoveri ospedalieri per curare le ferite. La figlia, testimone impotente delle aggressioni, aveva confidato a un’amica della madre: «Papà picchia la mamma, ma io non posso farci nulla». Adesso dovrà esprimersi la Cassazione.


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