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Commercio con l'estero: positiva la bilancia agroalimentare del Lazio tra birra, olio e vino

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 21 ott 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 22 ott 2024

L’export del made in Lazio agroalimentare, cioè dei prodotti ad alto valore aggiunto riconosciuti all’estero come tipici della Regione, ha superato i 46 miliardi di euro nel 2023

vigneto lazio

Chiude a più 5,7 per cento il bilancio dei primi sei mesi dell'anno dell'export agroalimentare del Lazio. Con 64mila euro di vendite all'estero realizzate dai vini e dagli alimenti tricolore. A sfondare il botteghino, in cima alla classifica, ci sono le venite di birra e olio extravergine, vergine e lampante. Il settore mostra una crescita significativa, in contrasto con il calo complessivo delle esportazioni nazionali di beni e servizi (-1,1 per cento), come emerge dal report Ismea sugli scambi con l'estero.


Prosegue il momento positivo per l’export agroalimentare del Lazio e crescono in valore e in quantità le vendite all’estero nocciole, frutta a guscio, sedani rapa, ravanelli e simili, che rispetto all'anno scorso sono cresciute di oltre il 27 per cento.


L’export del made in Lazio agroalimentare, cioè dei prodotti ad alto valore aggiunto riconosciuti all’estero come tipici della Regione, ha superato i 46 miliardi di euro nel 2023.


agroalimentare

Prime fra tutte, in termini assoluti, le vendite di birra, dato che non sorprende vista l'elevata adattabilità dei territori del Lazio alla coltivazione del luppolo e alla cerealicoltura, di vino e olio, ma non quello raffinato, che registra invece un calo, nonostante le aziende del comparto da qualche anno fanno i conti con la mosca olearia.


Ma la variazione più rilevante è quella delle esportazioni di succhi d'arancia, che rispetto al 2023 hanno registrato un aumento in percentuale del 1284 per cento, con coltivazioni fiorenti, per qualità e quantità, nel Lazio si concentrano soprattutto nella zona dell’agro pontino: a Castelforte e a Terracina, ma anche a Gaeta, Fondi e Formia. In calo invece le esportazioni di riso, mele e latte sfuso.


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