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Camilla Palladino

Cohousing per anziani, Casa Nino compie due anni: "Modello valido"

La struttura per anziani si trova in via Kenia 72, nel quartiere dell'Eur. L'assessora Funari: «Nel dibattito, in occasione della giornata dei nonni, ricordiamoci che esistono già delle realtà alternative alle Rsa che hanno bisogno però di essere finanziate e riconosciute come modello valido di assistenza residenziale sociosanitaria»

La torta fatta per il secondo anniversario di Casa Nino, in via Kenia 72.

L'anniversario dei due anni di «Casa Nino», il cohousing comunale per anziani in via Kenia 72 dove convivono otto «nonni», è stato anche l'occasione per ribadire l'importanza di strutture simili. Lo ha detto proprio l'assessora alle Politiche sociali del Campidoglio, Barbara Funari, che nella serata di sabato scorso (27 luglio) ha festeggiato la ricorrenza con gli ospiti dell'abitazione: «Casa Nino, uno dei cohousing di Roma Capitale, ha compiuto due anni: un anniversario che abbiamo festeggiato tutti insieme e che coincide anche con la festa dei nonni. Un' occasione per ricordare che i cohousing, le comunità alloggio sono esperienze importanti e rappresentano un modello valido e rispettoso della dignità degli anziani».


Funari: «Servono maggiori finanziamenti ai cohousing per anziani»

Ma oltre a celebrare il successo del lavoro fatto finora alla «Casa Nino», Funari ha lanciato un appello a Regione e governo: «Nel dibattito, in occasione della giornata dei nonni, ricordiamoci che esistono già delle realtà alternative alle Rsa che hanno bisogno però di essere finanziate e riconosciute come modello valido di assistenza residenziale sociosanitaria. C'è bisogno di finanziamenti nazionali e regionali, altrimenti rimarranno solo buone prassi non replicabili come azioni strutturali. Esiste la legge 33 del 2023 che si propone di migliorare, con misure innovative e integrate, la qualità di vita degli anziani. Il quadro normativo ora ci aiuta, ma tutte le istituzioni devono fare la propria parte per evitare che non rimanga una realtà solo su carta. La giornata dei nonni non rimanga solo un anniversario di buoni propositi non realizzabili».


La lettera di un anziano ospite a papa Francesco

Un estratto della lettera di Ubaldo a papa Francesco. (La Capitale)

A dimostrare l'efficacia e la validità dei cohousing per anziani è stato proprio un ospite della «Casa Nino», Ubaldo, in una lettera scritta e consegnata a papa Francesco nel giorno della sua visita in Campidoglio, lo scorso 10 giugno. Nel suo messaggio, Ubaldo è partito proprio dal modo in cui il pontefice ha definito l'Anno Santo che inizierà il prossimo 24 dicembre: il «Giubileo della speranza». «La mia speranza - ha scritto - era di avere una casa che potesse accogliermi nei momenti di salute e, ancor di più, di malattia. La mia speranza era di trovare facce amiche con le quali condividere le mie giornate per non sentirmi solo o isolato. La mia speranza era di avere qualcuno vicino in caso di bisogno. La mia speranza era di condividere bei momenti con le persone a me care».


Ubaldo in Campidoglio con l'assessora alle Politiche sociali Barbara Funari durante la visita di papa Francesco in Campidoglio. (La Capitale)

Speranze che hanno trovato risposta nella «Casa Nino», come sottolinea Ubaldo, augurandosi dunque che altre persone come lui possano avere la stessa fortuna: «Santo Padre, io il 27 Luglio 2022 sono entrato a Casa Nino, una Casa Alloggio di Roma Capitale, e ho trovato risposta alle mie speranze che hanno preso il volto di sette persone, la mia nuova famiglia. Tutto questo era sopra ogni mia aspettativa ed oggi, sono qui, a dirLe che ringrazio chi da lassù ha messo una mano sulla mia testa ed ha deciso di aiutarmi. Casa Nino è una realtà che ha regalato un’immensa gioia a me e ad altri uomini e donne che condividono questo percorso e questa Casa. Ora la mia più grande speranza è che altre persone in difficoltà possano trovare un luogo come casa Nino in cui poter vivere serenamente, supportati e aiutati quotidianamente».


Uno dei doni portati da Ubaldo a Bergoglio. (La Capitale)

Oltre alla lettera, all'inizio di giugno Ubaldo ha ha dato il benvenuto al pontefice a nome degli anziani della città e gli ha consegnato anche alcune sue opere artigianali: la Porta Santa e la chiave fatte con stuzzicadenti. Ancor più emblematica è stata la scelta del progetto da «donare» a Bergoglio per l'occasione: durante le celebrazioni è stato infatti presentato il nuovo cohousing del Campidoglio, che aprirà con il Giubileo in via Odoardo Beccari, nel quartiere Ostiense, e si chiamerà proprio «Casa Speranza». Sarà il settimo cohousing aperto dal Comune di Roma (attualmente sono sei i cohousing e tre le case alloggio).





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