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Edoardo Iacolucci

Circo Massimo, tre giorni dopo l'acquazzone i 9 alberi spezzati sono ancora lì

Aggiornamento: 9 ott

Su un cartello sul tronco ormai orizzontale ancora sulle inferriate della villa che dà su Circo Massimo, si legge: «Albero e aiuola rialzati sottoposti a sequestro come disposto dagli articoli 345 cpc e 635 pc»

Albero in via del Circo Massimo
Albero in via del Circo Massimo (La Capitale)

Su un cartello del tronco ormai orizzontale e poggiato sulle inferriate della villa si legge: «Albero e aiuola rialzati sottoposti a sequestro come disposto dagli articoli 345 cpp in riferimento all'articolo 635 cp». In pratica, l'albero e l'aiuola rialzata sono stati sequestrati come parte del procedimento penale legato al danneggiamento. Questo sequestro preventivo è disposto per evitare che tali beni vengano ulteriormente danneggiati o utilizzati in modo illecito, probabilmente in connessione con il presunto reato di cui all'articolo 635 del codice penale (che riguarda appunto il reato di danneggiamento).


Una procedura quasi sempre adottata: si è visto nei mesi scorsi, da via dell'Acqua Acetosa a viale Piłsudski, come gli alberi di villa Glori destinatari di questo avviso sul tronco ormai esanime, sono stati lì per mesi, creando disagio a pedoni e residenti e in viale Piłsudski anche a chi aspettava l'autobus essendo in proncito della fermata. In varie strade di Prati, la situazione è simile.


Adesso, dopo il nubifragio di martedì 3 settembre, tutti gli alberi caduti, da quelli in mezzo alla carreggiata di via del Circo Massimo, a quelli su marciapiede e ciclabile sono ancora lì, rendendo in quel tratto il marciapiede inagibile, così come la pista ciclabile che collega il lungotevere trasteverino a viale Aventino.

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