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Centri estivi, l'assessora Funari: "Il Campidoglio anticiperà i fondi"

  • Immagine del redattore: Camilla Palladino
    Camilla Palladino
  • 3 giu 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

La giunta Gualtieri ha approvato una variazione di bilancio per anticipare i fondi necessari all'attivazione dei centri estivi fruibili da tutti

Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute del Campidoglio.
Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute del Campidoglio.

Non esiste più il rischio che i bambini disabili possano essere esclusi dai centri estivi in mancanza di fondi. La soluzione è arrivata grazie a una variazione di bilancio del Comune di Roma, ma «ora aspettiamo i soldi che devono arrivare dal governo». Ad annunciarlo è l'assessora alle Politiche Sociali e alla Salute del Campidoglio, Barbara Funari, che denuncia un problema nelle tempistiche con cui i finanziamenti arrivano alle città.


Assessora Funari, in che modo il Campidoglio ha trovato i fondi per i centri estivi?

«Abbiamo portato in giunta giovedì scorso (30 maggio, ndr) una delibera di variazione al bilancio per anticipare il fondo per i centri estivi. Da qualche anno Roma riceve poco più di due milioni di euro dalla presidenza del Consiglio con fondi dedicati che però, essendo fondi da spendere nel 2024 e da attivare per l'estate 2024, se non arrivano in tempo è impossibile aprire i centri estivi. Quindi con una condivisione di intenti, con il sindaco e la giunta, abbiamo messo i municipi nelle condizioni di attivare in tempo i centri per l'estate».


Tutti i municipi riusciranno ad attivarsi?

«Noi lavoriamo in totale sinergia con le amministrazioni municipali, quindi erano già stati tutti allertati e avevano iniziato a organizzarsi con i pochissimi fondi nella disponibilità dei municipi. Ora hanno a disposizione anche il fondo anticipato dal Comune. Ci piacerebbe tuttavia che ci fosse un impegno comune: Roma deve essere messa nella condizione di programmare l'estate a novembre dell'anno precedente perché abbiamo numeri enormi. Abbiamo anche stabilito in una memoria di giunta che lavoreremo a nuove linee guida già da ottobre, con i municipi, il dipartimento Scuola e gli assessorati competenti. Ci auguriamo che qualcuno ci aiuti e ci segua nella programmazione dei fondi, perché altrimenti rimane un libro dei sogni. I soldi servono se arrivano nei tempi giusti».


Oltre a una gestione migliore delle tempistiche, a Roma servirebbero più finanziamenti?

«Sì, in questo momento siamo limitati a una platea di beneficiari che dovremmo ampliare, vista la popolazione romana. Tra l'altro ancora non sappiamo quanti soldi arriveranno quest'anno. C'è una nuova piattaforma su cui i comuni possono inviare le manifestazioni di interesse. Roma ha presentato la domanda due giorni dopo l'attivazione della piattaforma. Resta da capire come verranno ripartiti i fondi. Mi chiedo: se avanzerà qualcosa dalla somma totale perché qualche comune non farà richiesta, quei soldi potranno andare alle città più grandi? Non so che ragionamento stanno facendo. Ci auguriamo che non ci sia un definanziamento, anzi speriamo anche che possa esserci qualcosa in più se non tutti aderiscono».


Quindi i centri estivi saranno attivi. Quanto sono richiesti dalle famiglie?

«Sta diventando un tema sempre più frequente. Prima era più facile rivolgersi ai privati, anche perché c'era molta più offerta. Ora le famiglie, anche quelle con due stipendi nella media, non riescono più a sostenere la spesa. Vorremmo evitare che i nuclei familiari debbano scegliere se mandare i figli al centro estivo o fare qualche giorno di vacanza tutti insieme. Tra l'altro su questo tema si sta spendendo moltissimo anche con un'altra linea di finanziamento che è quella del ministro Valditara, che ha previsto 400 milioni di euro per i centri estivi nelle scuole, ma noi negli istituti non abbiamo visto una grande attivazione di queste iniziative. Probabilmente, anche in quel caso, i problemi sono dovuti alle tempistiche perché le scuole non riescono a programmare tutto in un mese».


Sempre per quanto riguarda il tema disabilità, pochi giorni fa sul suo profilo Facebook ha denunciato l'esclusione della provincia di Roma dalla sperimentazione del nuovo sistema previsto dal decreto legislativo che semplifica il sistema di accertamento dell'invalidità civile. Cos'è successo?

«Ci sarà un'interrogazione parlamentare di alcuni consiglieri del Pd che sarà un modo per chiedere alla ministra (per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ndr) com'è stato fatto il campionamento delle province selezionate. Secondo me si è scelta la strada più semplice in termini amministrativi, perché sperimentare in una città da tre milioni di abitanti piuttosto che in una da 300mila è molto più complesso. Il problema per Roma, come per le altre tre grandi province di Milano, Napoli e Torino, è che un modello sperimentato su territori più piccoli possa non funzionare in una città che deve lavorare in sinergia con 15 municipi».


Arriva l'estate, che per il suo assessorato significa anche occuparsi degli anziani soli. Qual è il piano per gestire la situazione?

«Attiveremo le attività del Piano caldo come l'anno scorso. Abbiamo inserito in questa variazione di bilancio anche i fondi per i municipi per i Punti blu, vorremmo organizzare delle gite sul battello del Tevere. Stiamo lavorando per un'estate solidale con gli anziani, soprattutto perché è il momento in cui la città si svuota e loro sono i primi a soffrirne. Non solo per il caldo, ma anche per la solitudine. Anche quest'estate infine organizzeremo il tradizionale pranzo di ferragosto per chi è rimasto da solo in città: l'anno scorso abbiamo dato 1500 pasti, quest'anno vorremmo raddoppiare. Infine abbiamo un programma di aperture di nuove convivenze per anziani. In questi ultimi due anni abbiamo inaugurato due nuove strutture di cohousing e in questi giorni è uscita la nuova gara per l'affidamento di altre quattro case nella stessa struttura in via Ventura in cui già esiste una casa di riposo. Abbiamo fatto i lavori, manca solo la gara per la gestione. Lì manterremo una diversificazione nella tipologia di accoglienza: dalla tradizionale casa di riposo alla sperimentazione di un modello di residenzialità diverso, a dimensione più familiare e meno ospedaliera. Crediamo che il mantenimento di alcune piccole autonomie per molti anziani possa essere anche garanzia di una aspettativa di vita più lunga».

L'assessora Barbara Funari festeggia i 100 anni di un anziano in una delle case di riposo di Roma.
L'assessora Barbara Funari festeggia i 100 anni di un anziano in una delle case di riposo di Roma.

Ha avuto qualche riscontro positivo su questo?

«Sì. Per esempio nel IX municipio c'è un bene confiscato alla mafia, in cui abbiamo creato un cohousing per anziani, che si trova vicino a un altro appartamento che Roma Capitale ha messo a disposizione per le mamme detenute con figli minori. Essendo vicini di casa, abbiamo organizzato moltissimi momenti insieme. C'è una signora che conosce bene l'inglese e ogni martedì va nella casa accanto per insegnarlo ai bambini. Durante le feste di Natale gli anziani si travestono da Babbo Natale e portano i regali ai piccoli. Vogliamo che i cohousing siano luoghi aperti alla cittadinanza».


Un'anziana fa lezione di inglese ai figli delle detenute.
Un'anziana fa lezione di inglese ai figli delle detenute.


Un anziano vestito da Babbo Natale porta i regali ai figli delle detenute della Casa di Leda.
Un anziano vestito da Babbo Natale porta i regali ai figli delle detenute.








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