Celli: "Bocciare proposta contro l'uso del femminile negli atti pubblici"
La presidente dell'assemblea capitolina, Svetlana Celli, ha lanciato un appello rivolto a tutte le parlamentari
Eliminare negli atti pubblici il genere femminile per i neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato, ai gradi militari, ai titoli professionali, alle onorificenze e agli incarichi individuati da atti aventi forza di legge, come «sindaca» o «avvocata». Questo il contenuto della proposta di legge avanzata dal senatore della Lega Manfredi Potenti e dalla quale i vertici di partito hanno già preso le distanze.
L'appello di Celli: «Tutte unite contro il ddl Potenti»
Non è mancata la reazione di Roma. «La priorità per Salvini e la Lega per risolvere tutti i problemi dell’Italia? Una proposta di legge per eliminare il femminile negli atti pubblici, prevedendo anche multe di 5 mila euro per chi non rispetta questa regola. Una visione arcaica che vuole portarci al passato, cancellando anni di battaglia per la parità di genere, per la libertà , la dignità e il riconoscimento professionale delle donne. Utilizzare il femminile non è qualcosa di simbolico, ma è uno strumento linguistico necessario per realizzare pienamente un processo culturale volto all’affermazione e al rispetto del ruolo delle donne nel mondo del lavoro, nelle istituzioni, nell’imprenditoria», attacca la presidente dell'assemblea capitolina, Svetlana Celli.
E lancia un appello bipartisan a tutte le parlamentari: «Quella della Lega di Salvini e Vannacci è una proposta assurda e fuori dal tempo. È solo un mezzo di distrazione di massa dai problemi e dai litigi interni alla maggioranza di Governo o una risposta a quello che il loro elettorale si aspetta di sentire? L’appello è dunque alle donne e alle parlamentari di tutte le forze politiche, in particolar modo di quelle di centrodestra, affinché ci sia un fronte comune per bocciare questa incredibile idea».
La Lega chiede il ritiro del ddl
Intanto dalla Lega è arrivato un primo chiarimento in merito, compresa la richiesta di ritiro della proposta di legge. «La Lega precisa - fanno sapere alcune fonti - che la proposta di legge del senatore Manfredi Potenti è un'iniziativa del tutto personale. I vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non condividono quanto riportato nel ddl Potenti il cui testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega che ne ha già chiesto il ritiro immediato».
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