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Caso Orlandi, vice della gendarmeria vaticana Alessandrini: «I fogli di Londra su Orlandi? Una patacca»

Edoardo Iacolucci

Oggi è stato sentito in audizione Costanzo Alessandrini dalla Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, foto sui volantini della scomparsa
Emanuela Orlandi, foto sui volantini della scomparsa

L'audizione odierna si è concentrata sulla pista londinese. «È una patacca. Un'autentica patacca». Sono queste le parole con cui l'ex vice della Gendarmeria vaticana, Costanzo Alessandrini, in audizione con il presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, il senatore Andrea De Priamo, commenta i celebri «5 fogli», il presunto documento con le spese che il Vaticano avrebbe sostenuto per mantenere la ragazza scomparsa a Roma nel 1983, a Londra.


«Sua riverita eccellenza - ha continuato Alessandrini - è un'espressione inesistente in Vaticano». Alessandrini è intervenuto anche sul caso dell'ex dipendente del ministero della Difesa intervistato dalla trasmissione Farwest venerdì scorso: «È venuto anche alla ribalta questo personaggio - ha continuato -, dice che era il segretario del ministro Spadolini, che quando è sparita la ragazza non era però ministro della Difesa. Poi lui all'epoca avrà avuto 22 anni, possibile che una telefonata di questo tenore (la richiesta di un volo aereo, ndr.) risponda una persona di 22 anni e perché parla dopo 41 anni? Poteva svegliarsi un po' prima, oltretutto Spadolini è morto da parecchio».


Le riflessioni di Alessandrini sulla vicenda di Emanuela Orlandi

«A quel tempo si parlava di tratta delle bianche, di sette sataniche - ha spiegato Alessandrini alla consueta domanda della Commissione su che idea personale si sia fatto della vicenda -, difficile collegare la vicenda di Emanuela Orlandi a quella di Mirella Gregori ma ancor più difficile non collegarle.

E poi, allontanata non si è allontanata, caduta in un dirupo? Siamo in una grande metropoli a un passo da Palazzo Madama, sarà stata sequestrata ma ci possono essere mille motivi. Questo è il risultato del mio pensare in questi decenni, non credo in nessun coinvolgimento formale del Vaticano o della Santa Sede in questa vicenda».


Da dove nasce la pista londinese su Emanuela Orlandi

Una lettera, ricevuta da Pietro Orlandi da un informatore anonimo, riporta che Emanuela Orlandi sarebbe stata portata a Londra dopo la sua scomparsa nel 1983. Secondo questa fonte, la ragazza, ospitata in un appartamento gestito dagli Scalabriniani, sarebbe rimasta incinta e avrebbe interrotto la gravidanza.

Tra i documenti inviati Pietro Orlandi c'è una lettera presunta inviata dall'Arcivescovo di Canterbury George Carey e al cardinale Ugo Poletti, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, in quel tempo. Poche righe, del 1993 inviate a Clapham Road 170, Londra. Proprio al civico 170 c'è un ostello femminile cattolico dei padri missionari Scalabriniani.


«Cara Eminenza - si legge nella lettera -, sapendo che sarà per qualche giorno qui a Londra, mi sento in dovere di invitarla a farmi visita nei prossimi giorni per discutere personalmente la situazione di Emanuela Orlandi di cui sono a conoscenza. Dopo anni di corrispondenza, penso sia giusto discutere di una situazione di tale importanza personalmente. Mi faccia sapere se può servirle un traduttore personale o se nel caso la porterà con lei. Attendo la sua risposta nei prossimi giorni».


La veridicità di questi documenti è fortemente contestata. Anche il Vaticano li ha definiti «falsi e ridicoli». La pista di Londra era già emersa in passato, legata a spese riportate nei cosiddetti «cinque fogli».


Caso Orlandi, i 5 fogli


Il titolo «Resoconto sommario delle spese sostenute dallo stato città del vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi»

I «cinque fogli» sono quelli documenti pubblicati nel settembre 2017 dal giornalista Emiliano Fittipaldi, allora tra le file di Repubblica. Il contenuto è una lettera del marzo 1998 inviata dal cardinale Lorenzo Antonetti, ai tempi capo dell'Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), ai monsignori Jean-Louis Tauran e Giovanni Battista Re. All'interno un elenco di spese per vitto e alloggio per la permanenza a «Chapman Road» , la stessa via della nuova lettera svelata da Pietro Orlandi. Il fratello è convinto che in un modo o nell'altro si arrivi finalmente alla verità sul caso Orlandi, sua sorella



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