Firmato protocollo con la Camera penale per la formazione digitale dei detenuti: «Il tempo in carcere non va sprecato»
L'obiettivo è sensibilizzare i detenuti sui rischi delle tecnologie digitali e sulle misure di sicurezza, fornendo risorse formative che promuovano comportamenti responsabili online
Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), la Cyber Security Italy Foundation e la Camera Penale di Roma hanno firmato un protocollo d'intesa per introdurre competenze digitali e cultura della cybersicurezza nelle carceri italiane. L'obiettivo è sensibilizzare i detenuti sui rischi delle tecnologie digitali e sulle misure di sicurezza, fornendo risorse formative che promuovano comportamenti responsabili online e aiutino a prevenire fenomeni come il cyberbullismo, la pedopornografia e il furto d'identità.
Sviluppo delle competenze digitali per il reinserimento professionale
Il progetto mira anche a sviluppare competenze digitali avanzate e trasversali, orientando i detenuti verso percorsi di formazione specialistica e certificazioni informatiche, utili per un futuro reinserimento professionale.
Partenza dell'iniziativa in due penitenziari di Roma
L'iniziativa, promossa dalla Cyber Security Italy Foundation, partirà in due istituti penitenziari di Roma, consentendo ai detenuti di acquisire competenze spendibili nel loro reintegro nella società.
«Il tempo della detenzione non può essere tempo sprecato - dichiara in una nota il senatore Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia con delega al trattamento dei detenuti, riguardo il Protocollo - Per questo plaudo ad ogni iniziativa che consenta ai ristretti di formarsi e avviarsi al mondo del lavoro».
Prevenzione delle attività illegali online
Nel progetto della «Cyber Security Italy Foundation» insieme alla formazione del detenuto si promuove anche un percorso educativo in contrasto alle numerose attività illegali e fraudolente che possono essere commesse in rete, a danno di cittadini adulti e minori:
«Una funzione svolta da questa iniziativa - continua Ostellari -, di cui ringrazio vivamente i promotori, è quindi duplice: formare per avviare al lavoro e informare dei rischi che comporta l'assumere comportamenti vietati sul web».
L'Impegno del Dap per la cultura cibernetica
«Con questo progetto qualifichiamo ulteriormente la nostra offerta formativa in favore della popolazione detenuta su un tema ormai importantissimo come quello della cultura cibernetica» ha sottolineato il capo del Dap Russo, che continua: «La firma di questo accordo con la Fondazione cyber security Italy e la Camera penale di Roma rappresenta un segno di fiducia e di riguardo per i camfbiamenti che stiamo portando avanti nell'Amministrazione Penitenziaria».
Le parole del presidente della Cyber security Italy foundation, Proietti sulla firma del protocollo
«Il progetto che oggi inauguriamo - commenta il presidente della Cyber security Italy Foundation Marco Gabriele Proietti - rappresenta un passo fondamentale per la diffusione della cultura cibernetica e delle competenze digitali negli istituti penitenziari. Un'iniziativa che non solo vuole offrire conoscenze tecniche e certificazioni informatiche, ma anche gettare le basi per una prospettiva di vita differente. La Cyber security Italy foundation è orgogliosa di portare avanti la propria missione, anche in contesti complessi come quello carcerario, dove il digitale può diventare uno strumento di riscatto e di nuova progettualità personale. Ringraziamo - conclude Proietti -, tutte le istituzioni e le realtà coinvolte che hanno creduto in questo protocollo, collaborando per trasformare una sfida in un'opportunità concreta per il futuro».
Inclusione digitale e riduzione della recidiva
Questo progetto - spiega infine il presidente della Camera penale di Roma Gaetano Scalise - rappresenta un passo importante verso l'inclusione digitale e la riabilitazione dei detenuti, offrendo loro una concreta opportunità di acquisire competenze utili per il futuro reinserimento nella società e nel mondo del lavoro. Riteniamo - continua l'avvocato Scalise -, che la diffusione della cultura cibernetica negli istituti penitenziari sia utile per creare nuove possibilità e ridurre la recidiva, promuovendo valori di responsabilità e consapevolezza nell'era digitale».
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