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A Regina Coeli situazione critica, Antigone: «Papa Francesco porti luce sulla condizione delle carceri»

  • Edoardo Iacolucci
  • 23 dic 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono le parole di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, in occasione della pubblicazione del report che contiene dati principali che l'associazione ha raccolto durante l'anno

regina coeli
Regina Coeli via della Lungara, Trastevere (La Capitale)

Oggi l'associazione per i diritti dei detenuti, Antigone, presenta un report sulle carceri: «Il 2024 delle carceri - dicono dall'associazione -, ci sta lasciando drammatici record, quello dei suicidi, quello delle morti in carcere, e una crescita della popolazione detenuta così sostenuta da provocare, già oggi, una situazione di reali trattamenti inumani e degradanti generalizzati». Sono le parole di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, in occasione della pubblicazione del report che contiene dati principali che l'associazione ha raccolto durante l'anno. 


Papa Francesco a Rebibbia

Papa Francesco varcherà le soglie del carcere di Rebibbia per l'apertura di una delle Porte Sante, il prossimo 26 dicembre: «Ci auguriamo -  prosegue Gonnella -che questa iniziativa del Pontefice possa riaccendere l'attenzione e la speranza nelle carceri italiane. Speranza che il Governo faccia marcia indietro nei propositi più repressivi e duri. Speranza che si investa in percorsi di reinserimento sociale senza trasformare il carcere in luoghi di vendetta. Speranza che le condizioni drammatiche di detenzione siano superate da politiche attente, che guardino alla dignità della persona e ad una pena che poggi pienamente sul dettato costituzionale. Papa Francesco ha scritto nel 2014 sulle carceri parole importanti. Su quelle parole andrebbe costruito un programma di governo. Non sulla criminalizzazione dei più vulnerabili».


Il rapporto di fine anno 2024 dell’Associazione Antigone evidenzia gravi problematiche nel sistema carcerario italiano, e la situazione di Roma. Tra gli istituti della Capitale, la Casa Circondariale Regina Coeli è uno dei luoghi più critici, registrando tre suicidi nel corso dell’anno. Un dato che lo colloca tra i penitenziari per numero di suicidi, a livello nazionale, tra gestione insufficiente del disagio psicologico e condizioni di vita problematiche per i detenuti.


La crisi carceraria a Roma e in Italia

Suicidi nel 2024 sono stati 88 (un record storico), superando i 84 del 2022. Ventitre casi di suicidi di giovani tra i 19 e i 29 anni. 40 suicidi di detenuti stranieri. La maggior parte dei suicidi avviene in sezioni a custodia chiusa (80 per cento). Istituti con più suicidi sono Genova al Marassi, Napoli a Poggioreale, poi le carceri di Prato, e Verona, con 4 suicidi ciascuno. Seguono Regina Coeli, Cagliari, Parma, Pavia, Venezia


La crisi non si limita ai suicidi. I principali istituti romani, affrontano da anni il problema del sovraffollamento, specchio di una tendenza nazionale. Celle sovraccariche e strutture inadeguate aumentano le tensioni, creando un ambiente sempre più insostenibile sia per i detenuti sia per il personale.


Secondo Antigone sarebbe cruciale agire con urgenza attraverso il potenziamento del personale educativo e psicologico, la ristrutturazione degli spazi e l’incremento di progetti di lavoro e formazione professionale per favorire il reinserimento sociale dei detenuti.


La situazione delle carceri romane rappresenta un esempio emblematico della crisi sistemica che affligge l’intero panorama penitenziario italiano. Per il quale servirebbe un cambio di rotta immediato per garantire dignità e sicurezza all’interno degli istituti.

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