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Camilla Palladino

Caos al seggio, uno scrutatore: "Come un sequestro di persona"

Aggiornamento: 12 giu

La notte in cui il sistema informatico per inserire i voti si è bloccato, all'Appio-Latino un gruppo di scrutatori è rimasto chiuso per ore nella scuola che ospitava il seggio


La scuola primaria Giuseppe Garibaldi, in via Mondovì
La scuola primaria Giuseppe Garibaldi, in via Mondovì. Credit: Google Maps

«Un sequestro di persona». Così uno degli scrutatori del seggio nella scuola primaria Giuseppe Garibaldi, in via Mondovì all'Appio-Latino, descrive la notte tra domenica 9 e lunedì 10 giugno, dal momento in cui è emerso il blocco del sistema informatico per l'inserimento dei dati elettorali. Si chiama Domenico, ha 71 anni, e si è presentato volontariamente per fare lo scrutatore nella due giorni di voto per le elezioni europee: «Ho saputo che mancava una persona e allora sono andato. Se avessi saputo come sarebbe andata, non l'avrei fatto», dice.


Quasi 80 persone chiuse nella scuola

Il racconto parte dal pomeriggio di domenica: «La giornata inizialmente è stata tranquilla, con un'affluenza nella media nazionale. Tutto è andato bene fino al momento di uscire, nessuno ci aveva detto che ci fosse un problema». Nel momento in cui i messi comunali hanno provato a inserire i dati nel sistema, tuttavia, si è capito che qualcosa non andava. «Eravamo 5-6 persone per 15 sezioni presenti nella scuola primaria Giuseppe Garibaldi - descrive Domenico - quindi circa 75 scrutatori. Io sono stato tra gli ultimi a scendere nell'androne intorno alle 2 di notte, e mi sono trovato di fronte il caos. C'era una marea di gente seduta per terra, sulle scale, in piedi, che cominciava a imprecare perché non volevano farci uscire».


Il caos

I delegati del sindaco speravano che il sistema informatico riprendesse a funzionare, ma non è successo. E così gli scrutatori sono rimasti rinchiusi a oltranza senza capirne il motivo, ma soprattutto iniziando a innervosirsi: «Le persone hanno cominciato ad arrabbiarsi perché nessuno capiva il motivo per cui dovessimo rimanere tutti lì rinchiusi, con due carabinieri davanti al portone. Avremmo potuto metterci d'accordo e scegliere una persona per sezione per portare i dati cartacei alla Fiera di Roma. Invece c'è stata molta ottusità sia da parte dei delegati del sindaco, sia da parte dei carabinieri. L'attesa è andata avanti fino alle 3. Poi una signora sulla cinquantina ha iniziato a dare in escandescenze perché diceva che il giorno dopo avrebbe dovuto lavorare in un cantiere e doveva dormire almeno qualche ora».


Le tensioni sono cresciute, fino al culmine: «A un certo punto - aggiunge il cittadino - è scoppiata una vera e propria rissa tra gli scrutatori e i delegati del sindaco, che non volevano far uscire nessuno finché non si fosse risolto il problema. Durante il parapiglia, intorno alle 3:30, sono riuscito ad andare via anche perché stavo poco bene dalla mattina. Ho letto il giorno dopo, come tutti, che le persone andate alla Fiera di Roma sono rimaste anche fino alle 5». Per questo Domenico alla domanda se alle prossime elezioni si proporrà ancora come scrutatore, risponde senza pensarci un attimo: «No, basta. È stato troppo pesante, dopo una giornata iniziata alle 7, rimanere rinchiuso fino alle 3».



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