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Redazione La Capitale

Calci e pugni al personale dell'ospedale per un mancato ricovero, i sindacati: «I pronto soccorso il far west»

Dopo aver raccolto le testimonianze delle vittime e dei presenti, i carabinieri hanno proceduto all’arresto della donna con l’accusa di interruzione di pubblico servizio e lesioni a personale sanitario

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È successo all'ospedale Sandro Pertini, giovedì scorso, dove una donna ha aggredito il personale sanitario. L’episodio ha richiesto l’intervento immediato dei carabinieri che hanno proceduto all’arresto della responsabile.


Aggressione in ospedale, i fatti

La protagonista dell’aggressione è una donna italiana di 42 anni, senza fissa dimora, che si trovava nel pronto soccorso in evidente stato di agitazione. Secondo quanto ricostruito, la donna lamentava il mancato ricovero e, sopraffatta dalla rabbia, avrebbe colpito con calci e pugni un’infermiera e un’operatrice socio-sanitaria. Entrambe le vittime hanno riportato lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.


L’aggressione ha provocato l’interruzione temporanea del servizio pubblico, causando disagi sia al personale ospedaliero sia agli altri pazienti in attesa di assistenza. Allertati dal personale ospedaliero, i carabinieri sono intervenuti prontamente sul posto. Dopo aver raccolto le testimonianze delle vittime e dei presenti, hanno proceduto all’arresto della donna con l’accusa di interruzione di pubblico servizio e lesioni a personale sanitario.


Ugl Salute: «Serve immediata azione della Regione»

«L’ondata di violenza contro il personale sanitario continua senza sosta anche nel nuovo anno, », afferma in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale Ugl Salute. «Dopo l’aggressione avvenuta a Villa San Pietro sulla Cassia, un altro episodio inquietante si è verificato al pronto soccorso dell’ospedale Pertini».


Il precedente, l'aggressione al Villa San Pietro

Lì in piena notte il primo gennaio era stata segnalata una donna che aveva aggredito il personale sanitario. Si trattava di una 54enne romana, aveva portato sua figlia, 15enne, reduce da una festa, al pronto soccorso, sostenendo poi che la figlia non era stata adeguatamente assistita dal personale sanitario. In stato di agitazione, la mamma aveva aggredito una dottoressa in servizio al pronto soccorso, colpendola con un forte schiaffo.


«È inaccettabile che non si riesca a trovare una soluzione definitiva per garantire la sicurezza del personale». Il sindacalista ha inoltre sollecitato un’azione immediata da parte della Regione Lazio per introdurre misure di prevenzione più efficaci. «È necessario valutare l’adozione di strumenti come il braccialetto anti-aggressioni, già in uso da pochi giorni all’ospedale di Vigevano in Lombardia. Proteggere gli operatori sanitari è l’unica strada per evitare che si verifichino nuove tragedie», ha concluso Giuliano.


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