Assistenza domiciliare, consulte esasperate dal Campidoglio: «Servizio inadeguato»
Le consulte da tempo chiedono di adeguare le tariffe in conseguenza degli aumenti contrattuali richiesti dagli operatori

«Da tempo segnalano gravi criticità sulla qualità del servizio di assistenza domiciliare» e per questo le Consulte municipali chiedono «con insistenza interventi immediati a garanzia dell’applicazione di tutti i principi disattesi». Questa la denuncia delle 15 consulte municipali, all'uscita del tavolo di confronto, tenuto ieri mercoledì 18 settembre, convocato dall'assessora capitolino alle Politiche Sociali Barbara Funari, e che ha visto la presenza della presidente della Commissione capitolina politiche sociali, Nella Converti, il Capo dipartimento e gli uffici.
L'assistenza domiciliare: tra i livelli essenziali di prestazioni sociali
«Perché non si può finalmente applicare una buona norma del 2012 e fornire un servizio di qualità accettabile, congiuntamente all' adeguamento delle tariffe? I servizi di assistenza domiciliare sono incentrati sul bisogno della persona o sui bisogni degli enti che li erogano? Che speranze hanno di accedere al servizio i tantissimi che sono in lista di attesa in molti casi anche da 10 anni?», è la richiesta delle consulte.
L’assistenza domiciliare rientra tra i livelli essenziali delle prestazioni sociali «che devono essere garantiti al livello nazionale (figuriamoci comunale)», il cui unico obiettivo è quello di supportare la persona con disabilità nella vita quotidiana evitandone l’istituzionalizzazione. A Roma il servizio è regolamentato dalla delibera 355/12 che prevede, nel rispetto della libera scelta dell’utente, l'assistenza domiciliare in forma diretta, fornita da un ente gestore accreditato, in forma indiretta è l’utente a scegliere un assistente domiciliare e l’ente locale rimborsa la prestazione, oppure è possibile la forma mista.
L'adeguamento delle tariffe
«Un servizio spesso non adeguato ai reali bisogni dell’utenza», è la denuncia delle consulte, che da tempo chiedono di adeguare le tariffe in conseguenza degli aumenti contrattuali richiesti dagli operatori. Infatti la situazione ad oggi registra per l’indiretta solo l’8 per cento, quota che non raggiunge gli attuali minimi del Contratto nazionale lavoratori domestici.
Nessuna apertura da parte del Comune che rimanda il confronto
Nell’ultimo assestamento di bilancio, a giugno, sono stati messi 3,6 milioni sul fondo di emergenza per l’assistenza diretta e indiretta ai disabili e altri 2 milioni per il trasporto. Ma a fronte del nuovo stanziamento, le consulte, convocate ieri in assessorato, dichiarano di «non aver invece riscontrato nessuna apertura, da parte di Roma, riguardo ai temi di monitoraggio qualità e uniformità del servizio, rimandando la trattazione ad indefiniti tavoli di confronto».
Per la diretta ci sono liste di attesa non sempre pubbliche, difficoltà nel passaggio dalla diretta all'indiretta, assenza di monitoraggio e controllo del servizio nei vari municipi spesso demandato allo stesso Ente gestore che fornisce assistenza. Martedì 30 luglio scorso si è tenuto un presidio in piazza del Campidoglio per chiedere un incontro con il sindaco per discutere delle emergenze legate al servizio di assistenza domiciliare. «In mancanza di risposte concrete le Consulte procederanno con tutte le azioni e nelle sedi più opportune a tutela delle persone con disabilità», concludono in una nota.
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