Andrea Purgatori, la procura chiude le indagini: «Morto per negligenze mediche»
Aggiornamento: 10 dic 2024
Quattro medici accusati di negligenza e imperizia. L’avvocato della famiglia: «Aspettativa di vita spezzata da errori evitabili»
La morte del giornalista Andrea Purgatori, avvenuta il 19 luglio 2023, sarebbe stata causata da negligenze mediche, secondo quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini della procura di Roma. Gli specialisti coinvolti, i radiologi Gianfranco Gualdi, Claudio Di Biasi, Maria Chiara Colaiacomo e il cardiologo Guido Laudani, sono accusati di aver cagionato il decesso del noto giornalista attraverso errori diagnostici e terapie inadeguate.
Errori diagnostici e trattamenti superflui
Purgatori, malato di un tumore polmonare, avrebbe potuto vivere più a lungo se non fosse stato per gli errori dei sanitari. I radiologi, secondo le accuse, avrebbero diagnosticato in modo errato la presenza di metastasi inesistenti sulla base di una risonanza magnetica effettuata l’8 maggio 2023. Questo errore avrebbe portato a una radioterapia non necessaria e debilitante.
Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, e il sostituto Giorgio Orano hanno basato le accuse su una perizia depositata da esperti incaricati dal tribunale. Nella documentazione si legge che il principale errore diagnostico è attribuito a Gualdi, che avrebbe «insistito con forza sulla necessità di avviare il paziente a cure radioterapiche immediate, sviando gli altri sanitari da un corretto approccio diagnostico e terapeutico».
In realtà, Purgatori soffriva di lesioni cerebrali di natura ischemica e di embolizzazione pluriviscerale, condizioni che non vennero adeguatamente trattate.
Un’infezione curabile trascurata
Il decesso è sopraggiunto a causa di un’endocardite, un’infezione dei tessuti cardiaci che, se individuata per tempo, sarebbe stata curabile. La procura accusa anche Di Biasi di falso, per aver insistito sulle metastasi inesistenti nel tentativo di occultare l’errore diagnostico iniziale. Laudani, invece, viene incolpato di non aver impostato un corretto percorso diagnostico che avrebbe potuto portare alla scoperta dell’endocardite e delle cause delle ischemie.
Le difese dei medici
Gli avvocati dei medici respingono le accuse. Nicola Madia, legale di Guido Laudani, ha dichiarato: «Purgatori è deceduto per le naturali complicanze di un gravissimo tumore polmonare con metastasi. Il mio assistito ha operato rispettando le buone pratiche mediche».
Sulla stessa linea l’avvocato Fabio Lattanzi, che difende Di Biasi e Colaiacomo: «Riteniamo che il procedimento si chiuderà con un proscioglimento. Le risposte fornite dai periti confermano che i miei assistiti non hanno alcuna responsabilità».
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