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Amnesty Italia celebra i suoi 50 anni in Campidoglio. Gualtieri: «Un presidio essenziale per i diritti umani nel mondo»

  • Giacomo Zito
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

All’assemblea dell’associazione anche Patrick Zaki: «Italia inerte su Gaza». Il sindaco: «Preoccupa la repressione del dissenso»

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervenuto alla cerimonia per i 50 anni di Amnesty International Italia

Diritti umani al centro nella Sala della Protomoteca in Campidoglio per la celebrazione del cinquantesimo anniversario di Amnesty International Italia, sezione "locale" del più ampio movimento per i diritti umani nato nel 1961 a Londra su iniziativa dell'avvocato inglese Peter Benenson.


Presenti all’iniziativa alcune delle figure più autorevoli nella difesa dei diritti umani, oltre al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’attivista egiziano Patrick Zaki.


L’evento è stato l’occasione per riflettere sull’attuale stato della libertà nel mondo e sull’arretramento dei diritti fondamentali, tanto in Italia quanto all’estero.


Gualtieri: «Amnesty è una sentinella globale»

Nel suo intervento, Gualtieri ha espresso forte preoccupazione per l’attuale contesto nazionale e internazionale, ricordando l'importanza dell'associazione costruita nel corso di quest'ultimo mezzo secolo:

«È molto importante celebrare il 50º della storia nata dall’indignazione del primo attivista, Peter Benenson. Quando dice una cosa Amnesty, non la si può non prendere sul serio»

Gualtieri ha poi lanciato un monito contro le recenti derive autoritarie, con un riferimento esplicito al decreto Sicurezza che introduce reati penali per forme di protesta non violente:

«Il salto di qualità nella forma di contrasto a manifestazioni pacifiche, con l’introduzione di reati penali e anni di reclusione, desta non poca preoccupazione. Amnesty è una realtà preziosa e oggi più che mai necessaria».

Il primo cittadino ha anche rivolto un pensiero alle recenti decisioni del governo russo: «Esprimo solidarietà per quanto avvenuto lunedì in Russia, dove Amnesty è stata dichiarata indesiderata. È un attacco preoccupante alla libertà di espressione». Su Gaza, quindi, il primo cittadino ha dedicato un pensiero su come i diritti fondamentali delle persone nella Striscia siano «conculcati in modo sconcertante. La guerra, quando si rilegittima, porta sempre distruzione e arretramento civile».


Bonetti (Amnesty): «I diritti sono cristalli»

Nel suo intervento, Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia, ha ricordato la necessità di continuare a vigilare: «Celebrare il cinquantesimo non è un evento fine a sé stesso. I diritti umani non sono fatti di marmo, sono cristalli fragili. Non possiamo mai considerarli scontati».


Bonetti ha ribadito la missione fondativa di Amnesty: «Lavoriamo contro l’oblio. Contro chi cerca di cancellare le voci dissidenti e far dimenticare chi ha subito repressioni. In tempi dominati dal caos, la memoria è il nostro faro».


Patrick Zaki: «Italia inerte su Gaza, serve più pressione diplomatica»

Tra gli ospiti d’onore anche Patrick Zaki, studente e attivista egiziano graziato dal presidente egiziano al-Sisi nel 2023 dopo circa 22 mesi di detenzione preventiva e un totale di tre anni di libertà vigilata con divieto d'espatrio, per accuse aleatorie su presunte attività illecite contro lo Stato egiziano.


La sua liberazione è stato l'obiettivo di una lunga e seguita campagna portata avanti da Amnesty e che ha coinvolto diversi esponenti politici italiani, tra cui lo stesso sindaco di Roma Gualtieri che nel dicembre 2022 rese Zaki cittadino onorario della Capitale.


Chiamato sul palco, con indosso la kefiah Zaki ha concentrato il suo intervento sulla situazione a Gaza, rivolgendo l'appello direttamente al governo italiano e all’Unione Europea: «Sono stupito che l’Italia non faccia pressioni su Israele. Dopo due anni di uccisioni sistematiche, ci aspetteremmo una posizione più decisa».


La stoccata dell’attivista ha evidenziato come, nonostante aumentino le pressioni diplomatiche internazionali, l'Italia decide di continuare a sostenere Israele: «Non partecipare a questa spinta è grave».


Una celebrazione che guarda al presente e al futuro

La giornata in Campidoglio ha rappresentato un momento di confronto e di rilancio per l’impegno civile.


In un momento storico segnato da conflitti armati, repressioni e tentativi di limitare la libertà di espressione, l’appello uscito dalla Protomoteca è unanime: i diritti non si difendono da soli.


E Amnesty, con il supporto delle istituzioni e della cittadinanza, resta una delle voci più autorevoli e insostituibili nel farlo.

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