- Anita Armenise
Alberi, l'esperto: "Servono specialisti per salvaguardare il verde urbano"
«Sono stati assunti sociologi, filosofi, naturalisti. Al massimo periti agrari o ex giardinieri ma non specialisti agronomi e forestali», afferma Patrizio Zucca, dottore forestale
«Nel Servizio giardini di Roma non ci sono agronomi, ed è come se in un ospedale lavorassero solo portantini e infermieri». A fare il punto a La Capitale è Patrizio Zucca, dottore forestale iscritto all'Ordine dei dottori Agronomi e dei Dottori Forestali. Intanto la situazione degli alberi di Roma è allarmante: persone ferite, macchine abbozzate e disagi alla circolazione. L'ultima notizia è quella dei due alberi caduti sulla pista ciclabile di Tor di Valle, in direzione Magliana, uno dei quali ha travolto un ciclista, che è riuscito a salvarsi gettandosi di lato e ha riportato solo ferite superficiali.
Alberi, il Servizio giardini di Roma è povero di specialisti
«Sono stati assunti sociologi, filosofi, naturalisti. Al massimo periti agrari o ex giardinieri ma non specialisti agronomi e forestali che sono solo due o tre nel Servizio giardini del Comune di Roma», afferma Patrizio Zucca, che ha conosciuto il problema quando, fino a pochi anni fa, ricopriva la carica di presidente dell'Ordine Dottori Agronomi e Forestali di Roma.
«Il problema è che il Comune non riesce a gestire una città così grande con mezzi scarsi e soprattutto in mancanza di specialisti. Il Regolamento capitolino per il verde approvato dalla Raggi ha dato una stretta in questo senso ma mancano specialisti e mezzi. Se ci fossero persone in grado di intuire in anticipo il comportamento biologico degli alberi, molti danni sarebbero prevenuti», spiega l'esperto.
Basti pensare che, continua il dottore forestale, «non esiste un catasto aggiornato del verde di Roma, infatti a Roma, a differenza di altre città italiane ed europee gli alberi non sono numerati». L'ultimo aggiornamento del censimento arboreo, stando a quanto pubblicato sul sito del Comune di Roma, risale al 2022 - dati non completi ancora in corso di monitoraggio al momento della pubblicazione - e si basa sull'ultimo censimento speditivo, risalente al 2016.
C'è poi un bilancio arboreo che riporta il numero di alberi piantati nel territorio comunale nel corso del mandato che si riferisce all'amministrazione di Virginia Raggi ed è datato settembre 2021. Le ultime informazioni sul tema risalgono al 2023, anno in cui il Campidoglio avrebbe dovuto provvedere al censimento, i cui dati non sono però ancora stati pubblicati.
Il parassita cocciniglia tartaruga del pino
Ora ad aggravare la situazione dei pini c’è il parassita Toumeyella parvicornis, un piccolo insetto che proviene dal nord degli Stati Uniti, che è sceso fino ai Caraibi e per qualche ragione, forse legata ai cambiamenti climatici è arrivato in Italia. Alla fine del 2014 infatti la presenza dell'insetto è stata accertata per la prima volta in Europa in particolare in Campania, nell’area urbana di Napoli.
«Da qualche tempo la sua presenza è stata riscontrata anche nel grossetano - spiega Zucca -. Si tratta di animaletti succhiatori che si posizionano sugli aghi dei pini e succhiano, provocando una reazione. Per cui la pianta inizia a gemere e produce resina zuccherina su cui prolifera la fumaggine, una malattia fungina che porta alla formazione di una patina nera sulle foglie, che impedisce il processo di fotosintesi. L'unica salvezza è un trattamento chimico, oppure trovare un parassitoide», conclude il dottore forestale.
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