Al San Camillo la famiglia di Daniele Virgili, il vigile che ha perso una gamba: «Chi lo ha investito rideva. Era strafottente»
Aggiornamento: 8 nov
È stato un carabiniere positivo all’alcol test a travolgere tre vigili sulla Tiburtina: Daniele 25 anni ha perso una gamba
«Mio fratello è intervenuto verso le 9 di sera dopo un incidente con un'altra macchina sulla Tiburtina. Mentre erano lì a segnare l'area dell'incidente, questa macchina è arrivata senza frenare. Lui è stato colpito alle gambe. Mi ha chiamato subito dicendomi che stava morendo, e che sarei dovuto andare lì».
A raccontarlo è Riccardo Virgili, fratello di Daniele Virgili. investito questa notte in via Tiburtina, e adesso ricoverato in terapia intensiva al San Camillo, in prognosi riservata. Il ragazzo ha perso la gamba sinistra, che è stata amputata. L’intervento è stato purtroppo l necessario per salvargli la vita, a quanto detto dai medici. L'altra gamba, fratturata, è stata ricostruita con un lungo intervento. Il Vigile è in questo momento in condizioni stabili, nonostante la perdita di molto sangue sul luogo dell'incidente, fino al trasporto al San Camillo.
Il racconto del fratello di Daniele Virgili: «Chi lo ha investito rideva, era strafottente»
«Ha detto ti voglio bene, per me sei stato un ottimo fratello ma sto morendo - continua suo fratello Riccardo Virgili -. Non vedo è più e non ho più le gambe».
Quindi si precipita subito sul luogo, in via Tiburtina: «Gli parlavo per tenerlo sveglio. Gli ho promesso che ci saremmo rivisti subito».
Una volta giunto lì, Riccardo capisce subito la gravità dell'incidente: «Io non so chi sia l'autore, ho visto però il sindaco, il corpo della polizia locale, sono persone fantastiche: una grande famiglia. Ho chiesto a tutti di fare chiarezza e che questa persona paghi».
La cosa che però ha più addolorato il fratello del vigile 25enne, è stato «vedere mio fratello così, con questa persona ubriaca che rideva: mi ha ucciso. Una scena che non dimenticherò mai. Era euforico. Aveva un atteggiamento, secondo me, strafottente».
Il papà di Daniele Virgili
All’Ospedale San Camillo c’è anche il padre di Virgili, Maurizio: «Aspettiamo che mio figlio si svegli, spero di rivederlo con gli occhi aperti. Mio figlio Daniele- ha continuato Maurizio - non se lo merita, era uno che faceva il suo dovere. Era devoto, ligio al dovere, per lui esistevano solo studio e lavoro. Adesso è stato distrutto, una persona ubriaca lo ha conciato in questo modo. È come se fosse il figlio di tutti i colleghi: gli vogliono tutti bene». Il padre del vigile urbano ferito gravemente ha infine lasciato il reparto di rianimazione del San Camillo, con dignità nel suo dolore, dopo aver fatto visita a suo figlio.
La visita di Rocca
La notizia ha scosso oltre i sindacati, ed i colleghi, anche i cittadini e il mondo della politica. All’ospedale ha fatto visita in mattinata, anche il presidente della regione Francesco Rocca che si è intrattenuto con i parenti esprimendo la sua solidarietà: «Non ci sono parole che possano portare consolazione in questo momento - ha commentato Rocca -. Servono solo rispetto e vicinanza. Come genitore - ha concluso - posso solo immaginare il dolore e l'apprensione».
La donazione di sangue
Domani mattina, intanto dalle 7.30 del mattino fino alle 11.40, al padiglione Antonini dell'ospedale San Camillo continuerà la donazione del sangue per Daniele Virgili.
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