Al Maxxi le mostre di Guido Guidi e Alex Da Corte: innovatori della fotografia e dell’arte contemporanea
Attraverso queste mostre, il Maxxi conferma il suo ruolo di punto di riferimento per la sperimentazione e la valorizzazione dell'arte contemporanea
Dal 13 dicembre 2024, il Maxxi presenta due importanti mostre che esplorano il panorama della fotografia e dell'arte contemporanea: «Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024», una retrospettiva dedicata al grande fotografo italiano, e «The Large Glass», curata dall’artista americano Alex Da Corte. Entrambe le esposizioni offrono al pubblico un’occasione unica di riflessione sul linguaggio visivo, sul paesaggio e sulla trasformazione del mondo contemporaneo.
Al Maxxi, «Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024»
La monografica Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024 è la più vasta mai realizzata dedicata al fotografo cesenate, uno dei protagonisti indiscussi della fotografia italiana. La mostra, curata dal Maxxi in collaborazione con l'Archivio Guido Guidi, è un viaggio lungo sei decenni attraverso oltre 400 immagini, molte delle quali inedite, che ripercorrono l'evoluzione dell'autore e della sua riflessione sulla fotografia.
In questa esposizione, il pubblico ha accesso a un percorso a due piani: quello verticale delle fotografie, in cui sono presentate 40 sequenze costruite dal fotografo, e quello orizzontale delle teche, che esplorano il ricco materiale d'archivio di Guidi, raccolto nel suo studio a Ronta di Cesena. La mostra è organizzata cronologicamente, partendo dalle prime sperimentazioni degli anni Sessanta e Settanta, passando per le ricerche sui paesaggi degli anni Ottanta e Novanta, fino ai progetti più recenti, tra cui quelli sul tema dell'architettura e sull'eredità di Carlo Scarpa.
Secondo Emanuela Bruni, consigliera reggente della Fondazione Maxxi «ospitare una mostra dedicata a un fotografo del calibro di Guido Guidi significa per il Maxxi celebrare la storia e la poetica di un artista visionario che ha ridefinito il nostro rapporto con il paesaggio e con l’atto dell’osservare. Questa esposizione - aggiunge -, che scava nel cuore del suo archivio, rappresenta un'occasione unica per accedere ai processi creativi e alla straordinaria eredità di un maestro della fotografia italiana».
Il percorso include anche una video-installazione di Alessandro Toscano, che racconta visivamente l’universo creativo di Guidi, dalle sue riflessioni filosofiche sulla fotografia alla sua attività di docente. L'esposizione si chiude con due importanti sezioni: «Raccolta indifferenziata», assemblata per questa mostra, e «In Archivio», un progetto realizzato nel 2024 per il Maxxi.
Francesco Stocchi, Direttore artistico del MAXXI, commenta: «Guido Guidi è uno dei pionieri di un rinnovato linguaggio fotografico che a partire dalla metà degli anni ’60, ha adottato le trasformazioni del paesaggio come pratica verificatoria del sorgere di un’Italia contemporanea, racchiudendo in uno stile unico, un fecondo incontro di linguaggi artistici».
La mostra è affiancata da un’importante pubblicazione, edita da MACK in collaborazione con il museo, che raccoglie i principali lavori dell’autore, approfonditi da saggi curatoriali e critici. Inoltre, il MAXXI organizza una serie di eventi, tra cui talk, incontri e workshop, per esplorare la figura di Guido Guidi, autore che ha contribuito a scrivere una pagina importante nella fotografia di paesaggio italiana.
Al Maxxi, «The Large Glass»
Contemporaneamente, «The Large Glass» di Alex Da Corte inaugura una nuova fase del programma espositivo del Maxxi, concentrandosi sulla reinterpretazione delle Collezioni del museo. Curata dall’artista americano, la mostra intreccia opere moderne e contemporanee, creando un percorso che riflette sulle dinamiche di alterazione e trasformazione. L’esposizione si concentra sui temi universali della natura, come acqua, vento, fuoco e terra, utilizzando fotografie, installazioni e architettura per esplorare il cambiamento e la connessione tra gli esseri umani e il mondo naturale.
«The Large Glass - racconta Monia Trombetta, Direttrice Maxxi Arte ad interim - rientra in una visione di valorizzazione della collezione permanente del museo che mette al centro del progetto l’artista e la creatività. Attraverso il coinvolgimento nella curatela di Alex Da Corte, le opere sono inserite in un nuovo racconto che instaura nuove relazioni e dialoghi inediti tra gli artisti in mostra».
Il percorso espositivo prende spunto dall’enigmatica fotografia di Luigi Ghirri, Modena (1978), che funge da metafora per una "pelle invisibile", una membrana che ci separa e ci unisce al mondo. A partire da questa immagine, il progetto si sviluppa attraverso opere di grandi maestri come Atelier Van Lieshout, Massimo Bartolini, Kara Walker e Giuseppe Penone, creando un racconto corale che sfida i confini tradizionali delle discipline artistiche.
«In questa mostra - spiega Lorenza Baroncelli, Direttrice del Dipartimento Maxxi Architettura e Design contemporaneo - che prende ispirazione dalla fotografia di Luigi Ghirri, il curatore ha messo in risalto inedite relazioni e significative connessioni, tra fotografie e architetture, tra paesaggi intimi, naturali o urbani».
«Stiamo galleggiando in acqua alla ricerca di un’isola - osserva Alex Da Corte, artista e curatore della mostra -, un posto da chiamare casa. Incontriamo il confine e lo attraversiamo. Intraprendiamo il nostro viaggio verso un inevitabile etere invisibile».
L’esposizione si sviluppa in un dialogo tra i vari media, con opere che spaziano dalla fotografia all’installazione e all'architettura, creando un’esperienza immersiva che stimola il pubblico a riflettere sui temi della trasformazione e della connessione.
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